La frase è sempre la stessa, laconica, che ti senti dire dal commesso a cui ti rivolgi nella speranza di far resuscitare il cellulare, l’aspirapolvere, il robot da cucina: “Non le conviene farlo riparare…”. Niente, nulla da fare, bisogna sostituire. Sembra che oggi qualsiasi oggetto (soprattutto gli elettrodomestici e gli apparecchi elettronici) sia costruito per durare un periodo limitato di tempo, dopodiché scade.
E infatti è proprio così: si chiama obsolescenza programmata ed è un concetto che mira ad inserire sul mercato oggetti costruiti per durare poco, per essere buttati e sostituiti più velocemente (alcuni addirittura per rompersi), in modo da aumentare il consumo.
Ad aumentare in modo esponenziale però sono anche i rifiuti: ogni anno si parla di oltre 50 milioni di tonnellate di e-waste, cioè spazzatura elettronica che bisogna smaltire. Uno dei più grandi e gravi problemi che la nostra società deve affrontare.
Come fare allora a combattere questa tendenza che sembra irreversibile? Come resistere a un marketing sempre più sfrenato che ci bombarda di proposte a prezzi stracciati e ci invoglia a rottamare tutto?
Per esempio con un “caffè delle riparazioni”, un’iniziativa partita dall’Olanda che si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. Nei Repair Café porti gli oggetti rotti e provi a farli riparare (in alcuni casi puoi dare una mano anche tu) agli specialisti che aderiscono al progetto. Promuovendo la sostenibilità davanti a una tazza di caffè e magari, perché no, recuperare un po’ di quella capacità di aggiustare le cose che si sta perdendo.
A Mendrisio domani apre il primo Caffè Riparazione in Ticino, promosso dall’Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana in collaborazione con il comune di Mendrisio e altre associazioni ed enti locali.