La questione dell'accordo quadro ha una valenza cruciale ai fini delle future relazioni fra Berna e Bruxelles
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Accordo quadro fallito

Troppo distanti le posizioni tra la Svizzera e l’UE su alcune questioni strategiche: protezione del lavoro, sovranità, cittadinanza

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  • 27.5.2021
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Il consiglio federale ha staccato la spina. Il tanto discusso accordo quadro con l’Unione europea non avrà un futuro. Il governo ha deciso di non proseguire le trattative in corso con l’UE per cercare di trovare un compromesso su questa intesa, vista come una sorta di via maestra per le relazioni bilaterali del futuro.

Dopo otto anni di negoziati, risultano ancora troppe le divergenze tra Berna e Bruxelles, alcune definite “considerevoli” dal ministro degli esteri Ignazio Cassis. Un tema in particolare ha spinto il governo a chiudere questo capitolo. Tra UE e Svizzera è emersa una diversa interpretazione della libera circolazione delle persone.

Per l’Unione questa libertà va applicata a tutti i cittadini europei, per Berna solo a chi si muove o si trasferisce in un altro Paese per motivi professionali. Uno scoglio maggiore, a cui è direttamente legata anche la direttiva europea sulla cittadinanza, o perlomeno ad una parte di essa. Direttiva che se attuata anche in Svizzera avrebbe significato una possibile maggiore pressione sulle assicurazioni sociali elvetiche da parte dei cittadini europei.

Per il governo le posizioni su questi punti sono troppo distanti, inutile dunque tentare di mantenere in vita l’accordo quadro. Il Consiglio federale ritiene però che la via bilaterale vada ugualmente consolidata, sulla base degli oltre 120 accordi finora sottoscritti con l’UE.

Bruxelles ha già però più volte fatto sapere che questi accordi non verranno più aggiornati, si va dunque verso quella che viene chiamata un’”erosione” delle relazioni bilaterali. Il 26 maggio segna dunque la storia delle relazioni bilaterali tra Svizzera e Unione europea e porta con sé un futuro colmo di interrogativi, con conseguenze anche economiche ancora tutte da definire.

Della decisione del governo, della reazione europea e del futuro prossimo dei rapporti con il nostro primo partner commerciale parleremo con:

Marina Carobbio, consigliera agli Stati PS
Marco Chiesa, consigliere agli Stati UDC
Alex Farinelli, consigliere nazionale PLR
Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD

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