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Aria di tempesta sull'economia occidentale? 

Il 2023 potrebbe riservare brutte sorprese soprattutto negli USA

  • keystone
  • 14.6.2022
  • 29 min
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Non nuvole passeggere, nemmeno tempesta ma un vero e proprio uragano sta per abbattersi sulla finanza globale, secondo Jamie Dimon, il capo di Jp Morgan. I soliti cliché climatici di Wall Street oppure c’è davvero da preoccuparsi? Il dato oggettivo riguarda l’inflazione USA: con l’8,6% registrato a maggio ha raggiunto i massimi storici dal 1981. Al punto che il 70% degli economisti, sondati dall'Università del Michigan – Booth School of Business e dal Financial Times, ritiene che gli Stati Uniti torneranno in recessione nel 2023, per effetto della massiccia stretta monetaria attualmente in atto. Anche l’Ocse ha tagliato le sue stime di crescita.

Intanto il pessimismo sul rialzo dei tassi – la FED deciderà mercoledì, la BNS l’indomani – in queste ore ha colpito le borse europee e Fitch ha rivisto al ribasso le stime di crescita mondiale, in particolare negli Stati Uniti e in Europa. Quanto pesano sulla crisi le materie prime, in particolare gas e petrolio per la guerra in Ucraina? Il catastrofismo di certi guru americani – dai dirigenti di BlackRock a quelli di Goldman Sachs – è giustificato? Il calcolo dell’inflazione può essere ancora la principale base delle decisioni delle banche centrali? L’aumento dei tassi – BCE inclusa - è davvero la risposta più adeguata? E se dall’inflazione si scivolasse nella stagflazione, cioè il pericoloso mix di crescita bassa e prezzi in salita?

A Modem ne parliamo con diversi ospiti:

Francesco Guerrera, vicedirettore di Repubblica;

Gianluigi Mandruzzato, economista presso EFG Asset Management;

E in studio:

Sergio Focardi, docente alla Franklin University di Lugano;

Marzio Minoli, giornalista economico RSI.

Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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