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Cronache dal braccio della morte

Testimonianze dagli USA e riflessioni in occasione della giornata internazionale contro la pena capitale

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  • 10.10.2017
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  • SCIENZE UMANE E SOCIALI
  • DIRITTO E GIURISPRUDENZA

Condannato per l’omicidio di un negoziante a Memphis, è rimasto per vent’anni nel braccio della morte di una prigione del Tenessee in attesa dell’esecuzione. Poi nel 2012 è finalmente riuscito a dimostrare la sua innocenza ed è stato rilasciato. Da allora si impegna in una campagna di sensibilizzazione partecipando alle attività di alcune ONG. Si tratta di un uomo di colore, Ndume Olatushani, che rischiava di perdere la vita a causa di un errore giudiziario, e che ha deciso di raccontare la sua storia al nostro corrispondente Emiliano Bos. Dopo aver ascoltato la sua testimonianza ci chiederemo: quanto ha contato in questa vicenda l’estrazione sociale ed il colore della pelle del condannato? Come mai negli USA è di nuovo aumentato il numero delle esecuzioni capitali? Cosa succede nel resto del mondo? Nel 2016 il boia è stato sollecitato in 23 paesi e ci sono degli stati come la Turchia, che stanno pensando di reintrodurre la pena di morte. Ne discutiamo con Riccardo Nouri, portavoce di Amnesty International in Italia, Carlo Frappi, analista ed esperto di Turchia e con il giudice ticinese Mauro Ermani, presidente del tribunale penale cantonale.

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