Iniziativa multinazionali responsabili
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Di imprese e della loro responsabilità

A fine novembre il voto sull'iniziativa popolare per le imprese responsabili

  • 12.11.2020
  • 39 min
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Se un’azienda svizzera è all'origine dell'inquinamento di un fiume in un paese sudamericano o ricorre al lavoro minorile in uno africano, è giusto che ne risponda non solo eventualmente secondo il diritto locale ma anche secondo quello elvetico. E pure se a comportarsi così fosse anche solo una sua società controllata. È quanto mira ad ottenere l’iniziativa popolare “Per imprese responsabili”, sulla quale siamo chiamati ad esprimerci il prossimo 29 novembre.

Nata a suon di firme nel 2016 per mano dell'ex consigliere agli Stati ticinese Dick Marty, l'iniziativa ha conosciuto un percorso parlamentare accidentato, con un ping pong fra le due camere che si è concluso con l’adozione di un controprogetto indiretto. La maggioranza del Parlamento ha infatti ritenuto eccessive in materia di responsabilità le richieste dei suoi ideatori e ha accolto l’introduzione del solo obbligo per le grandi imprese di pubblicare un rendiconto su diritti umani e rispetto ambientale. Si tratta di un controprogetto che entrerà in vigore qualora l’iniziativa originaria venisse respinta.

A cosa porterebbe il sì popolare? Cosa significherebbe sul piano internazionale un passo di questo genere per la concorrenzialità della piazza economica svizzera? Come è disciplinato il quadro giuridico in relazione al rispetto di diritti umani e ambientali negli altri paesi?

Rispondiamo a queste domande con:

  • Monika Rühl, direttrice di Economiesuisse;

  • Dick Marty, il padre dell'niziativa;

  • Fabio Regazzi, consigliere nazionale e presidente dell’AITI e dell’USAM;

  • Luca Bolzani, presidente di Sintetica e vicepresidente di Farma Industria Ticino.

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