Domenica scorsa si sono svolte le elezioni legislative in Libano, le prime dopo l’esplosione a Beirut nel 2020 che provocò 218 morti e 300 mila senzatetto e rimasta ad oggi senza responsabili. Ma le prime anche dopo le grandi proteste antigovernative del 2019. E le prime dall’inizio dell’ultima grave serie di crisi economiche e politiche che hanno messo in ginocchio questo paese. Con ¾ della sua popolazione finita in povertà, con un debito pubblico di 86 miliardi di dollari, pari al 150% del PIL, il Libano è oggi un paese collassato e al tempo stesso sempre al centro della competizione geopolitica tra i maggiori attori della regione del Medio Oriente. Il voto di domenica per il rinnovo dei 128 seggi in parlamento, segnato da un forte astensionismo, cambierà qualcosa? I risultati definitivi, attesi per oggi, ci daranno le prime indicazioni, anche se apparentemente già pare di capire che la strada della stabilità o di una qualche forme di “ripresa” resterà tutta in salita.
Con:
Lorenzo Trombetta, giornalista e analista, Beirut
Saad Kiwan, giornalista libanese, Beirut
Rosita di Peri, prof.ssa associata di scienze politiche e relazioni internazionali del Medio Oriente, Uni Torino
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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