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Giudici per sorte

Un’iniziativa vuole cambiare l’elezione al Tribunale federale

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  • 17.5.2018
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L’iniziativa popolare "sulla giustizia" ha ricevuto il via libera dalla Cancelleria federale per cui la raccolta delle firme potrà protrarsi fino al 15 novembre 2019. Per gli iniziativisti i giudici del Tribunale federale (TF) dovrebbero essere scelti per le loro qualifiche professionali e personali e non per la loro appartenenza partitica. Inoltre non sarebbe più l'Assemblea federale ad eleggerli ma un sorteggio preceduto da una selezione operata da una commissione di esperti.

Attualmente, de facto, occorre essere membro di un partito politico per venire eletti e per il promotore dell’iniziativa Adrian Gasser "è scioccante e inaccettabile che i giudici federali appartengano a una classe politica". L’imprenditore Gasser, presidente del gruppo immobiliare e logistico Lorze e della Fondazione per processi equi, da lui costituita e all'origine dell'iniziativa, è uno delle 300 persone più ricche della Svizzera (secondo Bilanz).

L'ammissione al sorteggio sarebbe "stabilita esclusivamente sulla base di criteri oggettivi di idoneità professionale e personale a esercitare la funzione di giudice del Tribunale federale" e sarebbe decisa da una commissione peritale. Inoltre in un nuovo articolo costituzionale si prevede poi che i giudici del TF siano "designati per sorteggio", in modo tale tuttavia che in seno alla suprema Corte di Losanna "le lingue ufficiali siano equamente rappresentate". I futuri giudici non riceverebbero più, come ora, un mandato di 6 anni (prolungabile dal Parlamento) ma la loro carica cesserebbe "cinque anni dopo il raggiungimento dell'età di pensionamento".

Gli iniziativisti riusciranno a raccogliere le 100'000 firme necessarie per cambiare il sistema di elezione dei giudici del Tribunale federale? La fine del legame partitico è una buona soluzione? Ci sarà davvero una migliore rappresentatività delle diverse sensibilità del Paese e un maggior numero di candidati giudici?

Per parlarne a Modem intervengono:

Flavio Cometta, avvocato e notaio, ex presidente del Tribunale d’appello TI;

Alfio Russo, avvocato e dottorando all’Università di Neuchâtel;

Yves Sintomer, ricercatore al Centro di ricerche sociologiche e politiche di Parigi;

Nenad Stojanovic, politologo ed iniziativista.

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