"Non era una zona a rischio"
Modem

Le minacce dietro casa

A Davesco un altro dramma conseguente al maltempo. Da rivedere la pianificazione del territorio?

  • 17.11.2014
  • 31 min
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Dopo la frana di Bombinasco di dieci giorni fa che ha travolto un’abitazione uccidendo una donna e la sua bambina, un altro dramma legato al maltempo scuote la Svizzera italiana. A crollare, la notte fra sabato e domenica, una palazzina di Davesco-Soragno, il cui muro di sostegno ha ceduto trascinando con sé il materiale retrostante. Due donne morte e un uomo in gravi condizioni il bilancio dell’accaduto.

La zona in questione, assicurano le autorità, non è considerata a rischio e stando alle prime valutazioni di soccorritori ed esperti, l’episodio non è assimilabile alla frana di Bombinasco. Drammi dalle cause differenti, dunque, che tuttavia rilanciano –in egual misura- la discussione sulla pianificazione del territorio (e quindi degli insediamenti) in funzione dei pericoli naturali.

Occorre rivedere determinati concetti urbanistici? Ci troviamo, due volte di più, di fronte all’imprevedibilità della natura o da qualche parte sono stati commessi degli errori (puntuali o di carattere generale)? I parametri di valutazione dei pericoli naturali vanno aggiornati? Modem ne parla con Francesca Pedrina (architetta e pianificatrice del territorio), Roland David (capo della sezione forestale e presidente della commissione cantonale pericoli naturali) e con Silvio Seno, Direttore dell'Istituto delle Scienze della Terra della SUPSI e docente di geologia all'Università di Pavia.

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