Le opposte fazioni continuano a combattersi nel paese nordafricano
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Libia: ancora un tentativo

A Palermo si apre un vertice internazionale

  • keystone
  • 12.11.2018
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Dopo il vertice di Parigi ecco quello di Palermo dove lunedì e martedì il Governo italiano ha convocato i principali attori – nazionali e non – della crisi che attanaglia la Libia dall’uccisione del colonnello Gheddafi nel 2011.

Il premier italiano Giuseppe Conte, in un primo momento aveva annunciato la partecipazione di diversi leader internazionali ma alla fine nessuno dei capi di Stato o di Governo che contano, sarà presente a Palermo. L’ultima defezione è quella del maresciallo di campo Khalifa Haftar, comandante generale delle Forze armate arabe libiche, a causa della presenza del Qatar e anche del Libyan Fighting Group guidato da al-Qaida. Un’assenza che potrebbe rendere quasi vano questo vertice tanto che lo stesso premier Conte è volato in Libia per cercare di convincere il maresciallo libico a cambiare idea.

In gioco vi è il tentativo di arrivare alla stabilizzazione del paese attraverso delle elezioni da tenersi entro il prossimo anno. Un obiettivo realistico tenuto conto della realtà sul terreno dove le diverse milizie armate, sostenute dall’esterno, la fanno da padrone? Sicurezza, economia, migranti, costituzione ed elezioni, sono quindi le questioni in agenda a Palermo.

Ne parliamo con:

Lorenzo Cremonesi, giornalista del Corriere della Sera;

Naam El Bourri, banchiere libico;

Nancy Porsia, giornalista free-lance in Libia;

Arturo Varvelli, analista dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI).

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