“Vuoi che alla regione del veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”. È questo il quesito che si troveranno di fronte i cittadini del Veneto domenica prossima. Testo un po’ più lungo, ma sostanza simile anche in Lombardia. Due regioni governate dalla Lega (Zaia e Maroni) che cercano attraverso questo controverso (e secondo alcuni inutile) esercizio democratico una maggiore legittimità per trattare con Roma. Cosa? Maggiori competenze e più risorse. Sullo sfondo, soprattutto per quanto riguarda il Veneto, una lunga storia di rivendicazioni indipendentiste. E poi la cosiddetta “questione settentrionale”: ovvero quel Nord Italia produttivo che si sente spremuto dal governo centrale. E infine naturalmente c’è il quadro europeo. Il risveglio delle spinte regionaliste sembra una realtà e non si parla solo di Catalogna.
C’è un filo rosso che lega questi fenomeni al di là delle specificità? Quali le cause? Quali i rimedi? Dove porterà questo referendum in Veneto e Lombardia?
Nicola Lüönd è stato in Veneto a raccogliere le voci e gli umori di attivisti e popolazione. Poi se ne discute con due ospiti:
Daniele Marini, professore di sociologia dei processi economici all’Università di Padova
Yves Mény, politologo, presidente scuola superiore Sant’Anna Pisa
Replica su Rete Due alle 19.30
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