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Zemmour e le destre europee

Manca ancora un’intesa fra populisti e sovranisti

  • Keystone
  • 3.12.2021
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  • ELEZIONI FRANCIA

Vuole “salvare la Francia”, promette di far sentire i francesi “a casa loro”… in casa loro. Agita lo spauracchio identitario, parla alla “pancia” del paese, attacca gli immigrati musulmani. Si presenta come portabandiera dei senza voce, alimenta una visione populista della politica dosando la sua retorica con toni estremisti e a tratti apertamente razzisti. Eric Zemmour, 63 anni, giornalista, polemista, scrittore ebreo di origine berbera, si candida dunque all’Eliseo per le elezioni della primavera 2022.

I sondaggi – al momento – lo accreditano di un potenziale bacino di elettori intorno al 15-17%. Un elettorato che lui potrebbe sottrarre soprattutto al Rassemblement National di Marine Le Pen, impegnata a consolidare ed allargare i movimenti sovranisti della destra europea, compresa quella estrema. Un progetto che avrebbe potuto prendere forma in queste ore a Varsavia ma che è stato in parte impallinato dalle defezioni degli italiani, dapprima col rifiuto di Giorgia Meloni e poche ore fa – di fronte all’evidente flop - anche di Matteo Salvini.

Zemmour è in grado di intercettare davvero percezioni e paure rimaste finora inascoltate da Macron e persino da Le Pen? Sposterà su posizioni ancora più estreme il baricentro del populismo conservatore in Francia? E quali le ripercussioni in Europa, dove i sovranisti rappresentati a Strasburgo per ora non sembrano capaci di creare una formazione unica con i conservatori al Parlamento di Bruxelles, come prevedeva invece il vertice delle destre previsto nel fine settimana a Varsavia?

A Modem ne parliamo sia con degli esperti che con dei politici direttamente coinvolti:

Paolo Levi, corrispondente dell’ANSA da Parigi;

Yves Mény, docente alla Luiss School of Government di Roma, già presidente dell’Istituto universitario europeo di Firenze;

Lorella Sini, docente di linguistica francese, Università di Pisa;

e un dibattito tra:

Brando Benifei, capo-delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo;

Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo ECR al Parlamento Europeo.

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