Lupo
Controcorrente

Il lupo, fra predazioni, proteste di piazza degli agricoltori e difficoltà a trovare delle soluzioni: voi cosa fareste?

Con Antonio Bolzani

  • Archivio Keystone
  • 1.9.2022
  • 27 min
Disponibile su
Scarica

Siete d’accordo con gli allevatori che sostengono che in Ticino si potrebbe e dovrebbe fare di più per la tutela del settore agricolo dai grandi predatori? Lo hanno ribadito ieri i rappresentanti di diverse associazioni scesi in piazza a Bellinzona per contestare la gestione del lupo in Ticino. I partecipanti, una quarantina, hanno consegnato una lettera al Consiglio di Stato, nella quale si critica l’operato dell'Ufficio caccia e pesca e la correttezza dei dati comunicati in merito alle predazioni e, più in generale, si contestano le modalità scelte per la gestione del lupo in Ticino. La pastorizia sarebbe vittima di "una crisi irreversibile", secondo la missiva firmata da: Unione dei contadini ticinesi, Associazione per un territorio senza grandi predatori, Federazione dei consorzi di allevamento caprino e ovino, Società ticinese di economia alpestre, Giovani contadini ticinesi e Alleanza patriziale. Secondo questi gruppi "la situazione sul fronte delle predazioni sta assumendo proporzioni mai registrate in precedenza". I delegati delle associazioni hanno inoltre incontrato la deputazione ticinese alle Camere federali, in visita a Bellinzona, chiedendo di intervenire per modificare la legge, inserendo la possibilità di attuare anche misure di contenimento come tiri dissuasivi e di allentare i criteri per l’abbattimento. Intanto, proprio ieri, il Consiglio di Stato ticinese ha inviato una lettera all'Ufficio federale dell’ambiente, chiedendo di allentare le regole concernenti la regolamentazione del lupo, alla luce dell’aumento delle predazioni. L’Esecutivo sostiene che si è verificata una escalation del numero di attacchi agli animali da reddito e quindi una modifica del quadro legislativo per semplificare le norme per decretare l’abbattimento, concedendo anche maggior autonomia ai cantoni; lamenta inoltre lungaggini in merito alle decisioni sugli ordini di abbattimento –laddove è anche la Confederazione a dover prendere posizione– e lentezza nella comunicazione dei risultati delle analisi del DNA sui capi predati. La gestione del lupo, nella Svizzera italiana, continua a far dibattere: secondo voi cosa bisognerebbe fare?

Dite la vostra oggi a Controcorrente, in diretta allo 0848 03 08 08.

Scopri la serie