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La Svizzera e il suo “inverno demografico”: cosa occorre fare per contrastare il continuo calo delle nascite?

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  • Antonio Bolzani
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Il continuo calo delle nascite in Svizzera, fra scelte personali e politiche familiari mirate: per invertire la rotta occorrono degli incentivi economici? Oppure bisogna puntare sull’allungamento dei congedi parentali, su una più favorevole conciliabilità fra lavoro, istruzione e famiglia e su migliori e maggiori strutture per l’infanzia come gli asili nido? Quali soluzioni e quali strategie adottare per aumentare la natalità? Su questo <> e sul continuo calo del livello di fecondità in Svizzera e in particolare in Ticino ci soffermiamo nella puntata odierna, ricordando che nel 2024 in Svizzera sono nati 78’800 bambini, un dato che porta il tasso di fecondità nazionale a 1,29 figli per donna, il più basso dal 1940, e getta il Paese in una crisi demografica senza precedenti. Fanalino di coda, a livello cantonale, Basilea Città, con un tasso di 1,09; il Ticino e i Grigioni seguono a ruota rispettivamente con 1,16 e 1,22. Se lo desiderate, potete interagire con noi, partecipando alla trasmissione e chiamandoci allo 0848 03 08 08, oppure potete mandarci i vostri messaggi via Wathsapp, allo 076 321 11 13. Entrando un po’ di più nei dettagli della cosiddetta “sostituzione delle generazioni”, ossia il livello necessario affinché una popolazione possa rinnovarsi naturalmente, senza dover fare affidamento sulla migrazione per mantenere e garantire stabile il numero di abitanti, va sottolineato che nel 2024 in Svizzera, il numero medio di figli per donna è stato di 1,29, il livello più basso dall’inizio delle rilevazioni iniziate nel 1876 e ben al di sotto della quota “ideale” di 2,1 figli per donna. Negli ultimi anni è diminuito soprattutto il numero delle nascite di terzogeniti. Anche il desiderio di avere figli è in calo, seppure per molti giovani il modello con due figli sia ancora quello ideale. Questi sono appunto alcuni dei risultati di una nuova pubblicazione dell’Ufficio federale di statistica (UST). L’andamento delle nascite fra il 2019 e il 2024 mostra differenze in base all’ordine di nascita dei figli. Le nascite di primogeniti sono diminuite dell’8,5% e quelle dei secondi figli del 9,0%. Con il 13,6%, il calo maggiore è stato osservato per le nascite dei terzogeniti. Sempre nello stesso lasso di tempo, le nascite dei quarti figli e di quelli successivi sono diminuite del 5,8%. Negli ultimi dieci anni, nel complesso la fecondità delle donne dai 35 ai 39 anni è stata superiore a quella delle donne dai 25 ai 29 anni. Negli ultimi anni il desiderio di avere figli è diminuito in modo significativo tra le persone dai 20 ai 29 anni. Mentre nel 2013 la quota delle persone che non volevano figli era del 6% e nel 2018 poco meno dell’8%, nel 2023 si è attestata al 17%. Nello stesso periodo, tra le persone dai 30 ai 39 anni questa percentuale è salita dal 9 al 16%. Il desiderio più diffuso in fatto di figli è ancora quello di averne due ed è molto omogeneo tra i diversi gruppi di popolazione: in pratica non vi sono differenze né tra uomini e donne, né in base al livello di formazione, alla regione linguistica o tra chi vive in aree urbane o rurali. Solo le persone che non hanno una relazione stabile sono più propense a non volere figli. Il pensiero di avere un figlio non suscita soltanto delle speranze di diversa natura, ma anche timori. Nel 2023 il 41% delle persone dai 20 ai 39 anni riteneva che avere un (altro) figlio avrebbe avuto un impatto positivo sulla gioia di vivere, rispetto al 21% che temeva un impatto negativo. In termini di prospettive di carriera, il 51% prevedeva conseguenze negative. Mentre i timori per le prospettive di carriera negli ultimi anni sono rimasti costanti, le aspettative riguardo alla gioia di vivere e alla soddisfazione sono nettamente peggiorate. La decisione di avere un figlio è influenzata da numerosi fattori. Per oltre la metà delle persone dai 20 ai 39 anni, hanno un ruolo importante, ad esempio, la qualità della relazione con il/la partner o anche la situazione finanziaria. Negli ultimi anni la suddivisione dei lavori domestici e della cura dei figli tra i genitori ha acquisito sempre più rilevanza.

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