Uomo introverso, bosco, escursione, pensieroso
Millevoci

Essere riservati e introversi in un mondo di estroversi

Con Nicola Colotti

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  • 26.6.2018
  • 52 min
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In un mondo in cui si dice (ma sarà vero?) che l’apparire conta più dell’essere, gli introversi, spesso erroneamente ritenuti anche timidi, si sentono fuori moda (sic!). Questo infatti è il tempo degli estroversi che sanno quando e come essere presenti anche nel mondo delle reti sociali. Per non parlare del mondo del lavoro nel quale si privilegia l’iniziativa trascinante, lo spirito di gruppo e gli open space dove condividere idee e proposte.

Eppure c’è chi ritiene che in un mondo di estroversi di successo anche gli introversi hanno la loro da dire, soprattutto perché la tendenza di questi ultimi a privilegiare una dimensione più intima li porta ad essere più pacati e riflessivi. Susan Cain ha scritto qualche anno fa un libro dal titolo “Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare" in cui, all’estroversione come atteggiamento vincente della moderna società della comunicazione a oltranza, l’autrice americana contrappone le qualità che caratterizzano gli introversi a cominciare dalla loro capacità di osservare e riflettere in modo indipendente e solitario (che non significa malinconico).

Cosa ci possono insegnare a questo proposito la filosofia e la letteratura? Sono tanti gli scrittori, i poeti e i pensatori che hanno fatto della loro introversione un tesoro da condividere, spesso faticosamente e dolorosamente, con il resto dell’umanità che è fatta a maggioranza di estroversi, ma in cui gli introversi rappresentano una componente silenziosa che ha però molto di dire anche se sottovoce…

Ospiti:
Maria Rosaria Valentini, scrittrice
Sergej Roic, scrittore

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