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Millevoci

Fidarsi degli altri (s)mascherati e distanziati, tra movide e sensi di colpa

Con Antonio Bolzani

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  • 10.6.2020
  • 54 min
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  • Società
  • COVID-19

Di questi tempi, quando giriamo per le strade e negli spazi pubblici, qualche riflessione ci sorge spontanea guardando chi indossa la mascherina. La sua utilità in determinate situazioni, ci è stato detto e ribadito dagli specialisti, è indiscutibile e importante, proprio per questo, oggi non vogliamo rifare il dibattito sulla “mascherina sì, mascherina no”.
L’obiettivo della puntata odierna è quello di capire come ci stiamo comportando noi nei confronti degli altri, siano essi mascherati o smascherati. Ai giudizi trancianti, severi e perentori verso coloro che si muovono a viso scoperto, si contrappongono, dall’altra parte, i commenti degli spiriti liberi e talvolta un po’ ribelli verso coloro che si aggirano per le strade timorosi, titubanti e ovviamente mascherati: insomma, ognuno ha la sua teoria e spesso si punta facilmente l’indice contro gli altri diversi da te e per questo ritenuti ridicoli, colpevoli o untori.

Durante tutta la pandemia, e anche in questa fase di uscita, il nostro Consiglio federale si è appellato continuamente alla responsabilità individuale come mezzo per proteggersi e proteggere gli altri. Ma allora perché non fidarsi degli altri, affidandoci alla loro ragionevolezza e al loro buon senso? Le distanze fisiche da mantenere, il lavarsi frequentemente le mani così come le mascherine in certi spazi e ambienti chiusi sono le raccomandazioni mediche e governative: siamo quindi tutti in chiaro e consapevoli di ciò che bisogna fare, eppure c’è diffidenza e sospetto verso gli altri, una cautela quasi esagerata ed una distanza che non è più soltanto fisica ma anche sociale, favorita forse dal non poter più scorgere le espressioni facciali e i sorrisi o i turbamenti dei visi. Il clima d’incertezza regna quindi sovrano anche nei rapporti interpersonali: è inevitabile che sia così anche in un periodo in cui tutti, chi più chi meno, stanno allentando quelle rigide misure di sicurezza adottate nei mesi dell’emergenza più acuta oppure è un atteggiamento strano che appesantisce ulteriormente questo momento di incertezza e di sospensione?

Ospiti:
Maria Grazia Buletti, giornalista e divulgatrice medica
Daniele Maggetti, professore di letteratura francese all’Università di Losanna
Duccio Canestrini, docente di Antropologia del turismo al Campus universitario di Lucca, scrittore e giornalista

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