Che la variante Omicron della pandemia stia creando una certa confusione (anche nelle decisioni politiche) è indubbio. Tra ottimismo su una sua minore pericolosità, nonostante la rapida ed esponenziale diffusione, e allarmismo sul rischio che la situazione sfugga di mano con un sovraccarico ingestibile negli ospedali, si arriva a domande cui non è facile dare risposte rassicuranti e definitive: andremo verso una “endemizzazione” del Coronavirus? Raggiungeremo l’immunità collettiva lasciandolo circolare nella popolazione? Dovremo vaccinarci ogni 4/6 mesi? Nasceranno altre varianti imprevedibili, oppure troveremo una progressiva convivenza con il virus che da due anni condiziona la nostra vita? Agli esperti si chiedono risposte certe e definitive, ma in una situazione così mutevole fare previsioni è difficile e azzardato. Le prossime settimane ci diranno se siamo davvero a una svolta favorevole della pandemia, oppure dovremo aspettarci altre ondate sperando che i vaccini ci proteggano contro tutte le possibili evoluzioni del Covid.
Ne parliamo con:
Alessandro Diana, vaccinologo, pediatra, professore di vaccinologia all’Università di Ginevra
Davide Corti, microbiologo, direttore scientifico di Humabs BioMed di Bellinzona
Alessandro Ceschi, Primario e Direttore medico-scientifico dell’Istituto di Scienze Farmacologiche della Svizzera Italiana dell’EOC; professore all’USI e alle Università di Zurigo e Basilea
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