Condanna a un anno per Berlusconi

Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione per la vicenda dell'intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, avvenuta durante la scalata a Bnl (Banca nazionale del lavoro) da parte di Unipol.

A Paolo Berlusconi sono invece stati inflitti due anni e tre mesi. A carico dei due imputati è stato inoltre disposto un risarcimento a Fassino, allora segretario dei Democratici di sinistra e costituitosi parte civile, di 80'000 euro.

L'intercettazione (con il noto "allora abbiamo una banca?" pronunciato da Fassino) era stata pubblicata da Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, il 31 dicembre 2005, quando ancora vigeva il segreto istruttorio. Il 24 dicembre i due fratelli avevano ascoltato il nastro ad Arcore, un "regalo" in vista delle elezioni politiche da parte degli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli, che l'aveva materialmente trafugato.

il processo milanese sul caso Unipol è tuttavia su un "binario morto". Infatti la vicenda giudiziaria verrà sepolta dalla prescrizione in cui cadrà già il prossimo luglio e al massimo in agosto. Il reato contestato sarà quindi cancellato ma non il risarcimento a Piero Fassino.

Questo mese saranno pronunciate altre due sentenze in processi che vedono il cavaliere sul banco degli imputati: quello per il cosiddetto Rubygate e quello per frode fiscale nella compravendita di diritti televisivi (Mediaset).

"È davvero impossibile tollerare una simile persecuzione giudiziaria che dura da vent'anni e che si ravviva ogni qual volta vi sono momenti particolarmente complessi nella vita politica del paese": così ha reagito Silvio Berlusconi alla notizia della condanna.

Per Fassino, invece, è "una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica".