Calcio

Il Chiasso è Scienza non fantascienza

ChL, il punto sulla prima parte di campionato dei rossoblù

  • 12 December 2016, 10:42
  • 8 June 2023, 00:08
Giuseppe Scienza, punto fermo

Punto forte dei chiassesi

  • Ti-Press

di Giampaolo Giannoni

Quando sei davanti al foglio bianco e il titolo del tema è: “Riassumi la prima parte di stagione del Chiasso” le strade sono tre. La prima, consegnare il foglio in bianco e dire: “Sore, è impossibile”. La seconda, mettere la testa sul foglio e andare nei dettagli ma ne verrebbero fuori le 1200 pagine del Signore degli anelli oltretutto senza la certezza del lieto fine. La terza, cercare un attimo che riassuma il tutto. Ecco, l’attimo è presto trovato, sta nei novanta minuti col Servette dello scorso fine settimana che sono la sintesi perfetta di questi mesi. La squadra di Scienza è andata sotto, ha rischiato il tracollo, ha fatto venire un travaso di bile ai pochi infreddoliti del SottoPenz e poi è risorta, ha rimontato, ha strappato il “Chiasso, Chiasso, Chiasso” dai polmoni e dai cuori di curva e tribuna, ha segnato con il capitano e con un ragazzino e alla fine per eccesso di spirito di gruppo (che belli questi eccessi Rega!) ha scialacquato rigore del 3-2 e vittoria.

Il Chiasso, questo Chiasso, è così, è come il ragazzino che nuota per la prima volta nell’olimpionica o che per la prima volta si trova con i suoi scietti in cima alla pista nera, e ha voglia il papà, due curve sotto a dirgli “Dai che è facile, non è ripido”. Vediamo allora e brevemente, punto per punto, cosa va e cosa no sulla strada che porta alla salvezza.

SOCIETÀ: In estate il Chiasso è stato dato in leasing a Carlo Cavalleri. Società ceduta chiavi in mano e con contratto a termine come fosse uno Starbucks. Peccato che Cavalleri non abbia portato le Stars e non ci abbia nemmeno messo i bucks (leggi soldi…). Operazione fallimentare, budget sperperato e per fortuna che alla fine le chiavi le hanno riprese i legittimi proprietari. La campagna acquisti è partita tardi, l’unica eredità positiva, molto positiva, dell’interregno è mister Beppe Scienza. Il Chiasso, questo Chiasso come società deve per forza avere un forte radicamento nel territorio, il Chiasso, questo Chiasso per i (pochi) aficionados, al di là del lavoro di Bignotti e company, è il Crus e così deve essere nei secoli dei secoli amen.

SQUADRA: fatta in corsa e di corsa, giovane, interessante, inesperta. In sintesi il Chiasso è questo. Bene, perché i ragazzi valgono e lo hanno dimostrato, male perché servirebbe tempo e pazienza e il campionato sinora ne ha concesso poco, i punti mancano anche per questo. Arrivasse un uomo d’ordine a metà (Maccoppi, un sogno, a meno che il Losanna paghi lo stipendio) e un bomber di categoria (rubare Tadic allo Sciaffusa sarebbe sinonimo di salvezza garantita) si potrebbe guardare al Sol dell’avvenire rossoblù di colore con fiducia.

TECNICO: Scienza è il sei al lotto. Ci mette anima e cuore, studia, si prepara, conosce il nostro calcio come fosse in Svizzera da trent’anni. In partita ci mette la stessa energia di Springsteen in concerto, è nato per correre, come il Boss, e non vuole certo fermarsi. Il suo Chiasso gioca bene, prova a non buttare mai via la palla. I risultati non gli danno (ancora e pienamente) ragione, ma il tempo è galantuomo come il mister, ne siamo certi.

PUBBLICO: pochi ma buoni, quelli che ci sono ci sono da una vita tanto che l’età media in tribuna supera abbondantemente gli “anta”. Con un settore giovanile vivace e ricco bisognerebbe convincere i bambini a farsi portare dalla mamma e dal papà alla partita, ma forse nell’era degli "Aipad" è utopia. La curva è encomiabile per il tifo costante, difende la fede con la voce e con il cuore, dovrebbe evitare di farlo con le mani ogni tanto…

FUTURO: detto del mercato giocatori, sottolineiamo la buona collaborazione sia in entrata che in uscita col Lugano, per il bene dei due club. La salvezza è realistica e per il bene del calcio nostrano va perseguita. Poi bisognerà pensare al prossimo anno con altri tempi ed altro budget per non soffrire di nuovo. Scienza è la base su cui costruire, a meno che Renzetti non faccia un pensierino a lui per l’immediato (quanto immediato, boh!) dopo Manzo.

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