Calcio

Pronti per il Gran Finale

Inghilterra contro Germania sul prato di Wembley, la perfetta conclusione

  • 28 luglio 2022, 13:44
  • 23 giugno 2023, 21:42
Euro D 2022

Padrone di casa a caccia del primo titolo

  • Keystone

dall'inviato in Inghilterra Antonio D'Autilia

Ci siamo, ancora pochi giorni e anche questa 13a edizione degli Europei femminili di calcio andrà agli archivi. La sensazione che continuiamo ad avere è sempre quella di un torneo unico nel suo genere, una manifestazione che ha certificato un cambiamento di paradigma e di concezione di uno sport, il quale ha dimostrato una volta di più di poter attirare le folle. L'ennesima prova la si è avuta dalla seconda semifinale, con la Germania messa in grande difficoltà dalla Francia, ma alla fine vincente con merito e per merito dei due gol di Alexandra Popp, un'icona del calcio femminile presente a questo torneo solo grazie allo slittamento di un anno causa pandemia.

Gli oltre 27'000 spettatori che hanno affollato le tribune dello stadio di Milton Keynes, a proposito che gioiellino per una squadra di League One, hanno gustato, a mio parere, un succulento antipasto della finale. Quello di domenica, infatti, sarà l'ultimo atto più seguito nella storia degli Europei femminili: 90'000 spettatori annunciati, tutto esaurito, con Wembley pronto a fare festa sperando di non rivivere la disfatta degli uomini a distanza di poco più di un anno. Andando ancora più a ritroso nel tempo, si potrebbe scomodare anche quell'Inghilterra-Germania del 1966, la finale del gol fantasma di Geoff Hurst e dell'immagine di Bobby Moore che alza, dopo averlo ricevuto dalla Regina in persona, il trofeo Jules Rimet dei campioni del mondo.

Quello è stato l’ultimo e l'unico successo a livello non giovanile di una nazionale inglese, si può quindi capire come oltre manica la passione di un paese, che inizialmente ha accolto tutto sommato distrattamente questa manifestazione, sia cresciuta nel corso delle settimane. Va detto, come spesso ribadito nelle interviste dalle stesse protagoniste, che il calcio femminile ha la sua storia, la quale nulla centra con quella degli uomini, ed è giusto che sia così. Ed allora pensiamo alla finale di Wembley senza riferimenti al 1966, ma vediamola come la rivincita della finale del 2009, quando le inglesi allo Stadio Olimpico di Helsinki vennero superate addirittura per sei gol a due dalle tedesche.

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