Calcio

Si scrive "De Ligt", si legge "predestinato"

Il gioiellino dell'Ajax prima sbaglia ma poi si riscatta con gli interessi

  • 7 giugno 2019, 01:29
  • 9 giugno 2023, 12:17
De Ligt

Secondo gol consecutivo in Nazionale per lui

  • Keystone

Dall'inviato a Guimarães Marcello Ierace

Highlights: la partita non è da strabuzzare gli occhi, va detto. Non c'è l'intensità del Dragão e in campo ci sono solo terrestri. Marziani, almeno qui, non pervenuti. Peccato perché all'Estádio D.Alfonso Henriques di Guimarães era l'occasione per vedere di fronte chi, in questo momento, sta producendo il calcio esteticamente più bello (gli olandesi) e chi invece il calcio europeo lo sta letteralmente dominando (gli inglesi) con quel clamoroso quattro su quattro nelle finali europee. Ma è giugno per tutti, non solo per gli scolari che contano i giorni che mancano alle vacanze, e il fiato e le gambe son quelli che sono. Southgate lascia in panchina sette reduci dalla finale di Champions e alla fine, forse anche per questo, la serie di frittate difensive si trasforma in un malloppone indigesto.

Top player: cosa puoi volere di più, caro Matthijs? A parte un nome più semplice da scrivere... Hai 19 anni e un cartellino che vale 70 milioni (dati Transfermarkt che generalmente ha il braccino corto). Hai vinto campionato e Coppa d'Olanda, quasi quasi andavi anche a prenderti la Champions. Ora, come se non bastasse, piazzi anche il tuo secondo gol consecutivo in Nazionale, dopo quello in marzo contro la Germania. Io non conosco tanto bene l'olandese ma credo che la parola "predestinato" suoni una roba tipo... De Ligt. Ok, hai anche fatto un errorino (e Rashford, altro giovane fenomeno, ti ringrazia), ma abbiamo detto "predestinato" mica "marziano".

Minuti di recupero: noi ci esaltiamo, e facciamo bene, per i nostri 3'000 tifosi. Gli olandesi si gasano, pure giustamente, coi loro 4'500. Poi, vabbé, arrivano gli inglesi che in terra lusitana, con gli stendardi della perfida Albione, sbarcano in 15'000, ripeto quidicimila, in una cittadina di 150'000 anime e stiamo lì a guardarli. Perché non è solo una questione di "bacino di utenza", ma è proprio che, per loro, questa cosa delle trasferte calcistiche è un fatto di una sacralità agli altri difficilmente comprensibile. Tutti in maglietta e calzoncini (e non perché siamo in Portogallo a giugno, anche se sembra di essere in Scozia in novembre), tutti con abbondante scorta di luppolo al seguito, tutti allo stadio rigorosamente in piedi, che poi ci si chiede cosa cavolo li mettono a fare i seggiolini in Inghilterra che tanto non li usano. E poi hanno questa cosa di attaccare le bandiere dei rispettivi gruppi di tifosi: Wolves, Bristol, Swindon, Leicester City, Bolton, Bretford e via così. È calcio, all'ennesima potenza. D'altronde l'hanno inventato loro, cosa gli vuoi dire.

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