Hockey

"Negativo per la Nazionale e per i giovani"

Paolo Duca si esprime sul possibile aumento a 10 del numero degli stranieri

  • 14 December 2020, 09:24
  • 10 June 2023, 05:01
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Paolo Duca

Il ds dell'Ambrì

  • rsi.ch

Uno dei principali temi di discussione attuali nel mondo dell'hockey rossocrociato è la proposta di aumentare a 10 il numero di stranieri per squadra, eliminando allo stesso tempo il concetto delle licenze. Una sola società, lo Zurigo, sembrerebbe essere contraria al cambiamento, ma anche all'Ambrì l'idea non piace. "Quando è stato chiesto per la prima volta chi era per restare come adesso e chi era favorevole all'aumento ci siamo schierati nettamente contro la crescita del numero degli stranieri - ha detto il ds biancoblù Paolo Duca - perché per noi andrebbe benissimo andare avanti così. Purtroppo ci sono tanti temi in ballo, come il fairplay finanziario e la chiusura della Lega, che per noi sono d'importanza strategica vitale, e alla fine probabilmente si uscirà con un intero nuovo pacchetto. Ma non è detta l'ultima parola".

Nel campionato tedesco e in quello austriaco, dove il numero degli stranieri è molto alto, stanno pensando di tornare indietro

Paolo Duca

"Il prodotto hockey svizzero è buono - ha proseguito Duca - e buono è anche lo spirito nei settori giovanili. Se le prime squadre sono il motore di tutto il movimento e ne permettono il finanziamento, il cuore di questo sport sono i ragazzi e la formazione. Bisogna quindi tenere in considerazione il fatto che aumentare troppo il numero degli stranieri avrebbe un'influenza negativa a livello di Nazionale, ma anche di motivazione per tutti quei giovani che iniziano a giocare con il sogno di arrivare un giorno in una prima squadra come può essere la nostra".

I club vogliono trovare un compromesso per riformare la Lega

Paolo Duca

"Quando abbiamo detto che eravamo contrari, ci è stato risposto che noi abbiamo già giocato con più di 10 stranieri se si pensa a giocatori con licenza svizzera come, ad esempio, Östlund, Zwerger, Hofer, Kostner, Goi od Horansky, solo per citarne alcuni. La differenza però è che chi ha passato qui cinque anni nella sua formazione si identifica con l'hockey svizzero e contribuisce a far migliorare altri ragazzi, quindi ha aiutato la crescita del movimento. Uno straniero che invece arriva dal Nordamerica o da un'altra nazione senza aver mai giocato qui è completamente diverso da un ragazzo venuto dall'estero che ha fatto cinque anni nei nostri settori giovanili", ha concluso Duca.

NL, l'intervista a Paolo Duca (14.12.2020)

RSI Hockey 14.12.2020, 08:00

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