Se tutto gira per il verso giusto...

di Loris Prandi

Avesse giocato (o potuto giocare) più spesso così, l’Ambrì Piotta 2014/15 avrebbe disputato i playoff. Certo, l’avversario di martedì sera era il fanalino di coda del campionato, questo non va dimenticato; ma in gara-4 erano presenti tutti quegli ingredienti quasi mai riuniti durante la stagione che sarebbero serviti per cucinare un altro dessert di lusso post regular season: un portiere in forma, un Pestoni veloce e intraprendente, almeno un attaccante straniero pericoloso, la grinta, la concentrazione, l’unità, la lucidità e la compattezza sull’arco di sessanta minuti.

Infortuni, scelte sbagliate, rilassamenti e quant’altro avevano lasciato soltanto intravvedere cosa sarebbe potuto essere l’Ambrì di quest’inverno, e invece non è stato (se non a tratti). All’ex Lido, l’altra sera, lo si è invece visto, ad immagine di un primo tempo ottimo, seguito una tantum da quaranta minuti – senza cali né blackout – di sapiente gestione del risultato. Lo score dopo il primo periodo avrebbe potuto essere di cinque a zero per i biancoblù senza che rubassero nulla. Oltre ai goal di Aucoin (certo che è stato un buon giocatore, non a caso tutti lo desideravano, ma qualche anno fa), Pestoni (che accelerazione e che classe!) e Stucki (un’altra scheggia) vi sono state la traversa di Duca e l’occasionissima di Giroux.

Ma in fondo ciò che importa è quel che è accaduto dopo: il fatto cioè che per una volta la squadra di Pelletier abbia saputo contenere e respingere con calma e autorevolezza qualsiasi tentativo dei padroni di casa di rientrare. Al di là di quel che accade in casa del Rapperswil (a fine partita si erano già levate voci che invocavano la destituzione di Anders Eldebrink), i leventinesi devono semplicemente far perno sulle loro certezze perché quello di gara-5 sia l’ultimo sforzo.

Se tutti remano nella stessa direzione e al ritmo giusto, se Zurkirchen (o Masalskis), Pestoni, Giroux (e mettiamoci pure anche Hall) sono in salute e in forma, l’Ambrì ha tutti i mezzi per salvarsi senza affanni. E ciò conta forse molto di più della scelta tra Bouillon e O’Byrne…