dall'inviato a PyeongChang Luca Steens
Cosa abbiamo visto della Corea del Sud finora? I luoghi di gara naturalmente, uno scampolo di Gangneung dove è situato non solo uno dei due villaggi olimpici ma pure quello dei media, e soprattutto l'interno dei bus che trasportano gli addetti ai lavori 24 ore su 24 in giro tra i vari stadi e siti di competizione. Un elemento contemporaneamente affidabile e folkloristico.
Interno dei bus si diceva, sì, perché, a parte una sera e stamattina per recarci alla combinata maschile, finora i vetri, tra il freddo polare fuori e il caldo tropicale interno, erano costantemente appannati tanto da impedire la visione del paesaggio in questa prima settimana. E allora durante le mezz'orette abbondanti di ogni tratto principale (e se ne fanno 4 al giorno minimo), non resta che osservare l'arredamento interno.
E diciamolo, anche con la possibilità di ammirare il paesaggio, un'occhiata al design dei torpedoni è inevitabile, tra tendine e sedili in stile indiano, televisioni gigantesche dove se ti va bene vedi in diretta le gare olimpiche e se ti va male le telenovela o i giochi assurdi coreani, e mixer giganteschi che lasciano immaginare i possibili karaoke (che fanno impazzire gli autoctoni) che animano i viaggi di queste corriere al di fuori dei Giochi. In una sola parola: spettacolari.
PyeongChang 2018, i bus coreani (13.02.2018)
RSI Sport invernali 13.02.2018, 12:59