Sport invernali

È tutto e solo merito suo

Un commento alla grande stagione di Lara Gut

  • 14 March 2016, 16:35
  • 7 June 2023, 16:23
Lara Gut

18 vittorie e 31 podi per lei finora in CdM

  • Keystone

di Luca Pedroni

Diciamolo subito: Lara Gut ha un grande difetto, ed è quello di essere una ticinese di successo. La nostra regione, passionale e sanguigna perfino per le più innocue bagatelle di paese, è maestra nell'attaccare i suoi rappresentanti più in vista. Questo spesso ci porta ad amare gli "underdog", quelli che a volte ce la fanno, e a denigrare i grandi campioni. La ragazza di Comano ci ha sicuramente messo del suo nell'incrementare questa acredine, in particolare ad inizio carriera con una gestione a volte complicata dei rapporti con i media, tuttavia il rispetto per le sue prestazioni sportive se l'è ampiamente guadagnato e meritato.

Un rispetto per i risultati raggiunti che deve prescindere dal fatto che la vincitrice si chiami Lara Gut, Vreni Schneider o Michela Figini. Quando si attacca Lara, dicendo che il 20 marzo alzerà la coppa di cristallo solo grazie all'assenza di Anna Fenninger, Lindsey Vonn o Tina Maze, lo si fa gratuitamente e a torto. Lara conquisterà la generale di Coppa del Mondo perché è stata più forte delle altre atlete quest'anno. È stata più forte della Maze, che stanca della pressione ha detto basta la scorsa primavera, ed è stata più forte della Vonn, che per arrivarle davanti ha dovuto sciare spesso oltre i suoi limiti, terminando proprio per questo anticipatamente la sua stagione. Allo stesso tempo dire che la sciatrice ticinese ha vinto per mancanza di avversarie è irrispettoso nei confronti delle altre 200 ragazze che popolano il circo bianco e che ogni stagione si allenano al massimo per cullare il sogno di vincere almeno una gara.

Perché vincere alla fine è quello che conta nello sport competitivo. Un atleta si cimenta in una disciplina perché gli piace, ma un agonista lo fa con l'obiettivo di conquistare il successo. È inutile negarlo. Lara che si arrabbia quando non vince, che rilascia interviste dove non nasconde la sua delusione, è sintomo di una sana fame sportiva. Quella volontà che ti porta a dare il massimo e oltre, quella che distingue un campione da un atleta di buon livello. Non è un caso che Marcel Hirscher in Austria soffra un po' delle stesse antipatie nei suoi confronti.

Il servizio di Lorenzo Boscolo con Doris De Agostini (Rete Uno Sport 14.03.2016, 17h30)

RSI Sport invernali 14.03.2016, 17:19

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