Tennis

Tutto il calore del freddo Nord

Emozioni in climax ascendente nel weekend di Davis

  • 23 November 2014, 11:34
  • 6 June 2023, 23:30
Coppa Davis

Cose che ti rimangono sulla pelle

  • Keystone

dall'inviato a Lilla Marcello Ierace

Uno cerca anche di fare il superiore, di non farsi condizionare da stereotipi e immagini preconfezionate. Ti dicono “Guarda che al Nord fa freddo, non l’hai visto il film?”. Sì, vabbé. Non vuoi mica fare come i fratelli Caponi del “noyo vulevan savuar” arrivati in centrale a Milano vestiti come cosacchi. E invece hanno ragione loro, al Nord fa freddo, un freddo gelido che ti entra nelle ossa. Freddo in strada e freddo anche dentro lo stadio. Poi ci sono i taxisti che ti sfottono, “ah ma questo è un novembre caldo, gli altri anni era peggio”. Perché in questi casi sei un pollo e allora tanto vale stare al gioco, coi taxisti sul piano dialettico perdi, sempre. Come se non bastasse, ci si mettono anche quelli dell’organizzazione con le loro coperte. Allora non c’è speranza.

Però c’è sempre un domani. Come in quei film catastrofisti americani, dove sembra che ormai sei in fondo e si può solo grattare. Ma poi l’eroe si rialza e spunta il sole. E anche a Lilla, dopo la nebbia, l’umidità e i gelo di venerdì, è arrivato il sole. Caldo. Che mica ti fa sudare. Ma quantomeno rappresenta una tregua. Allora guardi tutto con altri occhi. Anche il Pierre-Mauroy non è più tanto freddo. Alle povere hostess dell’accoglienza intanto hanno fornito la divisa invernale (con scialle e pantaloni lunghi), ma è oramai troppo tardi perché quelle del venerdì sono probabilmente già tutte a casa con la bronchite.

E c’è più colore, oltre che calore. Il già vivo, e splendido, centro di Lilla ribolle il sabato mattina. Nella Grande Place, dietro al mercatino natalizio e alla ruota panoramica, si sono installati i tifosi svizzeri, con una bella rappresentanza ticinese. Fondue per tutti. Che qui non sembrano conoscere tanto, nonostante formaggio ve ne sia a iosa. È festa, in città, fuori e dentro lo stadio. Emozioni una dietro l’altra. I francesi sono maestri, ci sguazzano in queste cose. Aizzano il pubblico premiando sul campo prima del doppio Forget e Leconte, eroi del trionfo di Davis del 1991 contro gli Stati Uniti. Roba da un centimetro di pelle d’oca. Per informazioni chiedere a Tsonga, semplicemente distrutto dalle emozioni durante la Marsigliese. Roba che ti rimane dentro. Perché forse han davvero ragione gli Ch’tis. Quando vieni al Nord piangi due volte, quando arrivi e quando te ne vai.

Coppa Davis, le emozioni prima del doppio

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