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La poltrona umana e altri racconti - Edogawa Ranpo

Leggere Ranpo è gettare lo sguardo su una società in pieno mutamento, che attraverso le indagini del detective Kogorō Akechi si mostra nei suoi lati più conservatori e in quelli più progressisti.

  • 12.11.2022
  • 4 min
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Sono certo che moltissimi di voi conoscono Sherlock Holmes, ma quanti di voi conoscono Kogorō Akechi?

Ciao a tutti, qui è sempre Nicola e come ormai avrete capito sono un lettore abbastanza onnivoro. Ecco perché oggi vi presento un giallo: si intitola La poltrona umana e altri racconti di Edogawa Ranpo, edito da Atmosphere libri nel 2018.

Come suggerisce il titolo si tratta di una raccolta di racconti (per la precisione 6), che sono alcuni tra gli svariati casi affrontati e risolti dall’abile detective Kogorō Akechi. Il suo autore, Edogawa Ranpo, nato nel 1894 e morto nel 1965, è stato lo scrittore che ha maggiormente influenzato il genere delle detective stories in Giappone. Nato come Tarō Hirai, scelse come pseudonimo Edogawa Ranpo per omaggiare (attraverso la trasposizione fonetica) Edgar Allan Poe, autore da lui ammirato e stimato.

I racconti di Ranpo che vedono coinvolto Kogorō Akechi sono spesso brevi, quindi anche se avete poco tempo a disposizione potreste tranquillamente leggerne uno al giorno, prolungando così il piacere della lettura fino a coprire l’intera settimana. Inoltre, data la grande influenza di Poe, molto spesso i casi da risolvere presentano elementi perturbati, che daranno quel piccolo brivido lungo la schiena anche agli appassionati dell’orrore. Infine, confrontando Akechi a Holmes, fareste la gioia di Ranpo, che scrisse i suoi racconti proprio per dimostrare come anche in Giappone fosse possibile ambientare gialli del calibro di quelli europei.

Che avventure che contiene La poltrona umana e altri racconti di Edogawa Ranpo? Ve ne racconto un paio, per non spoilerare l’intera raccolta. Il delitto della salita D. è il primo caso di un giovane Kogorō Akechi, non ancora detective, ma improvvisante, che si ritrova a dover risolvere l’omicidio di una donna perché coinvolto dal narratore della vicenda. Grazie alla sua abilità il giovane toglie una bella patata bollente dalle mani della polizia, che brancolava nel buio. La banda della mano nera vede lo stesso narratore consultare Akechi, in quanto un suo zio è stato derubato da una banda di criminali. Complessa è la soluzione del caso, siccome è strettamente legata all’alfabeto giapponese e a quello cinese.

Perché portare La poltrona umana e altri racconti, oltre alla mia volontà di presentare generi diversi? In fondo la ragione è semplice: si tratta dello spirito di confronto. Mi allineo alla volontà che aveva Ranpo stesso di confrontarsi con un mondo diverso e magari anche distante. All’epoca si sosteneva che sarebbe stato impossibile ambientare in Giappone dei racconti come quelli di Sir Arthur Conan Doyle, con i loro colpi di scena e i loro trucchi ingegnosi. Gli incidenti segreti e gli affari misteriosi erano infatti profondamente immersi in un ambiente europeo. Lo stile di vita giapponese era molto diverso a causa delle abitazioni in legno e bambù, che rendevano il tutto più aperto e meno propenso alle storie di mistero. Ebbene Ranpo si oppose a tutto ciò, dimostrando come fosse possibile ambientare dei gialli anche nel proprio Paese. Inoltre nei suoi racconti Ranpo indaga sempre la società della sua epoca, instaurando un dialogo continuo tra la modernità e il passato. E così il suo Akechi inizia a vestirsi in modo sempre più occidentale, a mostrare la forte influenza che l’Occidente aveva sul Giappone del ventesimo secolo, al punto da rimodellarne la società. Leggere Ranpo è quindi gettare lo sguardo su una società in pieno mutamento, che attraverso le indagini del detective Kogorō Akechi si mostra nei suoi lati più conservatori e in quelli più progressisti.

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