L'Europa al voto

Sono 751 i deputati che rappresentano gli oltre 500 milioni di cittadini, quanti ne conta oggi l’Unione Europea, con i suoi 28 Stati membri. L’Europarlamento ha sempre più potere, anche nei rapporti con gli Stati terzi, come la Svizzera: dovrà – per esempio – approvare ogni futura intesa bilaterale. Ma gli europei conoscono poco la loro assemblea, e ancor meno se ne entusiasmano: dal 1979, quando venne introdotta l’elezione diretta, la partecipazione al voto è costantemente calata, attestandosi cinque anni fa al 40%, ma con punte sotto il 20% in alcuni Stati.

Quest’anno rischia di non fare eccezione, nonostante la scelta inedita, fatta dalle principali famiglie politiche europee, di indicare preventivamente un proprio candidato a presidente della Commissione europea, per rendere la competizione più avvincente. La crisi del debito, la sua gestione perlomeno controversa e l’impatto che ha avuto sull’occupazione alimentano in molti paesi un voto di protesta. L’euroscetticismo si espande anche dove in passato praticamente non esisteva, come in Italia o in Grecia. Il più grande esperimento nella storia di democrazia sovranazionale è ancora lontano dal potersi definire un completo successo.

RedMM/Tomas Miglierina

Il nostro viaggio attraverso i paesi europei, partito dalla Grecia ha attraversato Polonia, Spagna (Catalogna), Germania, Gran Bretagna, e Italia. L'ultima tappa è stata nuovamente lo Stato ellenico. Ma c'è stato spazio anche per una riflessione sulla Svizzera.

La questione euro

RG 12.30 del 23/05/2014 Bassa crescita economica e disoccupazione: le elezioni europee si svolgono con questo sottofondo. Per molti crisi finanziaria ed economica si confondono con la crisi dell'euro, che ha costretto nazioni come per esempio la Grecia a chiedere aiuto. Luca Fasani ha intervistato l'economista tedesco Otmar Issing, dalla fondazione nel 1998 e fino al 2006 membro del direttorio della Banca Centrale Europea e suo primo capo economista. Issing si è sovente mostrato critico sull'opportunità per la BCE di intervenire a favore delle nazioni in difficoltà.

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