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La sfida di Malta

Immigrazione: "E' un problema di tutta l'Europa" afferma l'esperto; al via alla Copeam, occhi puntati sul Mediterraneo

  • 3 aprile 2015, 00:17
  • 7 giugno 2023, 06:57
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Hal Fa - Malta

Hal Fa - Malta

  • reuters

"La sfida di Malta sarà la sfida di tutta l’Europa". François Crépeau è esperto di diritti umani degli immigrati delle Nazioni Unite. Lo abbiamo contattato telefonicamente (ascolta l’intervista video) per fare il punto sulla situazione dell’immigrazione sull’isola. Il tema degli spostamenti di popolazione nel Mediterraneo è al centro anche della 22esima edizione della COPEAM*, la Conferenza Permanente dell'Audiovisivo Mediterraneo, che si svolgerà quest’anno proprio a Malta e che noi seguiremo.

Crépeau ha visitato recentemente la piccola repubblica, entrata nell’Unione Europea nel 2004. Ci racconta che su questo tema il paese "dovrà ottenere dall’Europa solidarietà: ossia, non soldi o navi, ma ricevere garanzie che i migranti vengano ricollocati" in altre nazioni, soprattutto ora che si prospetta una nuova ondata di arrivi con l’estate. "La maggior parte di queste persone", sottolinea il professore, "vogliono andare nel Nord Europa dove c’è lavoro".

Insiste nel spiegarci che ormai la questione dell’immigrazione del Mediterraneo non è un problema solo dei paesi maggiormente esposti, come Malta e Italia, ma di tutta l’Europa. "Bisogna costituire un sistema di solidarietà, dei canali dove far passare queste persone e distruggere le reti costruite dai passatori".

Ma Malta, facciamo notare al nostro interlocutore, rispetto all’Italia, non è un esempio di accoglienza (nel 2014 ha accolto 500 migranti su 200'000). “Malta ha avuto storicamente una reazione protezionistica dovuta anche al suo territorio molto urbanizzato (…) e le condizioni di vita dei migranti in situazione irregolare non sono straordinarie”. Sull’isola esistono diverse strutture per accogliere i migranti, alcune governative e altre di associazioni. Da una parte i cosiddetti Centri aperti e dall’altra quelli chiusi. La legislazione prevede 12 mesi di detenzione preventiva per i richiedenti l’asilo, mentre per i clandestini la carcerazione clandestina a 18 mesi.

*Nel 2014 si era tenuta a Tunisi (leggi gli articoli).

Alessandra Spataro

Per saperne di più:

Centri di detenzione in immagine

Sul tema - dall'archivio RSI

Sito dedicato all'asilo

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