Dossier

Regioni che fanno discutere

Grigionesi alle urne il 30 novembre per esprimersi sull'applicazione della riforma territoriale

  • 16.10.2014, 12:17
  • 06.06.2023, 23:31
Mesolcina in prima fila contro la proposta in votazione

Mesolcina in prima fila contro la proposta in votazione

  • © Ti-Press

Unico tema in votazione cantonale il 30 novembre la legge d’applicazione alla Nuova riforma territoriale, approvata in aprile dal Gran consiglio, è avversata da ben due referendum: il primo promosso da diciotto comuni e il secondo da 1’874 cittadini. Un fatto, quello del doppio referendum, che fino ad oggi si è presentato soltanto in occasione della recente votazione sulla nuova perequazione finanziaria.

Lo scopo della riforma di cui si discute da un lustro è la semplificazione dei livelli istituzionali del cantone con la creazione della Regione quale unico piano intermedio tra il Cantone e i Comuni. La pietra d’inciampo che ha spinto all’azione i referendisti è la proposta di creare una conferenza dei sindaci che sostituisca i parlamenti e gli esecutivi regionali.

La riforma territoriale (con la nascita delle 11 regioni) è già stata approvata dal popolo il 23 settembre 2012. Ora invece si tratta di definire se gli organi rappresentativi delle diverse regioni dovranno forzatamente essere una conferenza dei sindaci o se ogni regione debba poter conservare la facoltà di decidere autonomamente sulla natura dell’organo decisionale sul piano regionale.

Attualmente gli organi regionali vengono eletti in base alle norme delle singole regioni. Con un “sì” alla nuova riforma invece queste regole vengono unificate togliendo ai cittadini la possibilità di designare direttamente i membri della futura conferenza dei sindaci.

Il successo del comitato referendario è dovuto alla sua eterogeneità sia politica (si va dall’UDC fino ai socialisti, passando dal PPD), sia geografica con la presenza di personalità provenienti da tutto il cantone, Mesolcina e Surselva in primis.

Grigioni sera

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