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Ni una menos

In rete nata una campagna a sostegno delle donne vittima di violenza. A Buenos Aires decine di migliaia di persone in piazza

  • 4 giugno 2015, 10:24
  • 4 settembre 2023, 20:34
Sorelle, figlie, mogli, madri, nonne e zie si appellano al rispetto maschile

Sorelle, figlie, mogli, madri, nonne e zie si appellano al rispetto maschile

  • @niunamenos

di Emiliano Guanella

Decine di migliaia di persone mercoledì sera sono scese in piazza in Argentina per in una giornata nazionale di mobilitazione per chiedere la fine della violenza contro le donne. La manifestazione di Buenos Aires è terminata davanti al Palazzo del Parlamento illuminato di viola per l’occasione, mentre altri cinquanta cortei sfilavano nel resto dell’Argentina.

Voglio scegliere le mani che mi toccano

Voglio scegliere le mani che mi toccano

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La campagna "Ni una menos", "nemmeno una di meno", è nata spontaneamente in rete per rispondere ai tanti casi di violenza, percosse, assassinati di donne che si registrano ogni giorno nel paese sudamericano. Picchiate dai loro mariti, uccise dai loro fidanzati, pedinate da sconosciuti all’uscita da un bar o dal scuola, soggette a persecuzioni e mobbing sui luoghi di lavoro: la violenza contro le donne viene esercitata in varie forme e si ha l’impressione che le istituzioni non riescano a bloccare questo fenomeno.

Ni una menos: le foto della manifestazione di Buenos Aires

Una donna uccisa ogni 30 ore

L’Argentina ha il triste primato di una donna uccisa ogni 30 ore, in tutta la regione sono più di 10 al giorno. Secondo gli operatori del settore come Fabiana Tunez, della organizzazione non governativa Casa del Encuentro, sono necessari gli sforzi di tutta la società per cambiare la situazione attuale, simile a quella di altri paesi latino-americani: un continente improntata da una cultura machista che spesso tollera o addirittura giustifica offese e soprusi quotidiani nei confronti delle donne.

L'INTERVISTA A FABIANA TUNEZ DELLA ONG LA CASA DEL ENCUENTRO

RSI Mondo 04.06.2015, 11:14

Da un anno e mezzo il Parlamento argentino ha approvato una legge ad hoc che prevede maggiori controlli ed un inasprimento delle pene nei casi di violenza domestica. Tuttavia, in molti regioni del paese e nella sterminata periferia di Buenos Aires la legge spesso non viene applicata a pieno, vuoi per negligenza o per scarsa conoscenza da parte delle autorità.

Smetti di chiedere "mi ami?". È ora di guardare a te stessa e domandarti seriamente: "mi amo?"

Smetti di chiedere "mi ami?". È ora di guardare a te stessa e domandarti seriamente: "mi amo?"

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Durante la manifestazione di Buenos Aires sono state presentate delle richieste concrete: l’elaborazione di statistiche aggiornate del fenomeno a livello nazionale, la protezione per le vittime e la possibilità di ottenere un affido in tempi brevi per i figli rimasti orfani di madre, l’obbligatorietà per le forze dell’ordine di sottoporsi a corsi specifici sulla violenza domestica e famigliare e l’introduzione dell’educazione sessuale con lezioni sul machismo e come combatterlo in tutte le scuole. La mobilitazione ha superato i confini dell’Argentina; ci sono stati sit-in anche a Città del Messico, Montevideo, San Paolo, Bogota a Santiago del Cile.

Se ti controlla, umilia, insulta, picchia a grida, no permetterlo amore per pena

Se ti controlla, umilia, insulta, picchia a grida, no permetterlo amore per pena

Contrariamente a quanto si pensa la violenza colpisce, non si sviluppa solo in contesti di povertà. Secondo lo psicologo e professore di diritto famigliare Oscar Vasquez certe dinamiche di dominazione, ricatti, minacce si ripetono in ogni contesto sociale.

L'INTERVISTA A OSCAR VASQUEZ

RSI Mondo 04.06.2015, 11:14

Un hastag per dire basta


L'hastag #niunamenos continuerà a funzionare nei prossimi mesi per diventare un punto di incontro per Ong, operatori e giuristi impegnati a cercare soluzioni ad un problema molto sentito dall’opinione pubblica.

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