Offshore, la pista Le Pen

“Un sofisticato sistema offshore è stato creato” dal “cerchio di fedelissimi” di Marine Le Pen, presidente del partito di estrema destra Front National. Lo scrive, martedì, il quotidiano Le Monde, che si basa su documenti emersi nell’ambito dell’inchiesta Panama papers.

La struttura, che si estende “tra Hong Kong, Singapore, le Isole Vergini britanniche e Panama” è stata utilizzata “con la volontà di sfuggire ai servizi anti-riciclaggio francesi” aggiunge il giornale. Il Front National, va precisato, ha da parte sua diffuso lunedì sera un comunicato nel quale afferma di “non essere implicato nell’affare Panama papers”.

I documenti diffusi dal Consorzio Internazionale dei giornalisti d’investigazione (ICIJ) puntano il dito anche contro Jean Marie Le Pen. Secondo Le Monde, una parte della ricchezza nota come "il tesoro" del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso una società offshore creata nei Caraibi nel 2000. Banconote, lingotti, monete d'oro, ci sarebbe di tutto nel "tesoro", intestato a un prestanome, ovvero l’ex maggiordomo di Jean-Marie e della moglie Jany Le Pen.

"Non so niente di Panama"

"Io non c'entro niente con questa storia di Panama!": ha da parte sua reagito così Jean-Marie Le Pen. Quanto alla comparsa del nome di Gerald Gerin, suo ex maggiordomo, come intestatario di una società offshore presente nei files dello studio Mossack Fonseca, ha affermato: "Non sono denari miei. Gerald Gerin è Gerald Gerin, io sono io. E chiunque dirà il contrario ne risponderà in tribunale per diffamazione".

AFP/ANSA/SP

Dal TG12.30: