La città siriana di Kobane, assediata dal 16 settembre dai combattenti dell'autoproclamato Stato islamico e dove almeno 400 persone sono già rimaste uccise, "è sul punto di cadere". A dirlo è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che visitando un campo di profughi a Gaziantep ha auspicato un'operazione militare, anche terrestre, per scacciare l'IS.
"Il terrore non cesserà solo con gli attacchi aerei" ai quali vogliono limitarsi gli Stati Uniti e i loro alleati, ha dichiarato il capo dello Stato, che sollecita la comunità internazionale a cambiare strategia dopo "mesi senza alcun risultato".
Ankara in cambio del suo intervento diretto detta pure le sue condizioni a Washington, chiedendo che si adoperi per la futura rimozione del presidente siriano Bashar el Assad. Quest'ultimo da alleato è divenuto acerrimo rivale, tanto che la Turchia è accusata di averne quantomeno favorito i nemici negli ultimi anni, jihadisti compresi.
pon/ATS/Reuters
RG 18.30 del 07.10.2014 La corrispondenza di Antonio Ferrari