Cronaca

Sud Sudan, un paese fragilissimo

Centinaia di morti, migliaia di sfollati. Stranieri e personale diplomatico in fuga. Si temono nuovi combattimenti

  • 18 dicembre 2013, 12:11
  • 6 giugno 2023, 11:40
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Una democrazia fragilissima, un paese giovane e sterminato, grande 15 volte la Svizzera ma senza infrastrutture di alcun tipo e nemmeno strade asfaltate. Il Sud Sudan sta vivendo in questi giorni una pericolosa crisi istituzionale che si è subito trasformata in uno scontro all’interno dell’esercito. Combattimenti violenti tra gli ex-ribelli dell’Esercito popolare di liberazione del Sudan (SPLA), protagonista della lunghissima guerra civile contro il Nord. Nato dopo il referendum per l’indipendenza del 2011 – previsto dagli accordi di pace che hanno posto fine a quella guerra – ora il paese rischia di ricadere nel baratro della violenza.

“Voglio cambiare il mio paese”, mi aveva detto Sande Asan, incontrata all’alba del 9 gennaio 2011 in coda davanti a un seggio alla periferia di Juba, lungo lo stradone polveroso per l’Uganda, appena oltre l’unico ponte sul Nilo Bianco. Le aspettative di questa donna – che lavora come cameriera e guadagna 400 pounds sudanesi, circa 140 franchi al mese che devono bastare per mantenere 3 figli e due nipoti – sono rimaste disattese ( vedi link al reportage del 2011 ).

2011-2013, le tensioni prevalgono

Due anni fa a Juba e nel resto del paese si respirava ovunque il desiderio di una vita normale e di ricostruire – anzi, costruire - un paese nuovo. Per ora prevalgono invece gli scontri politici interni al partito al potere, in aggiunta alle mai sopite tensioni comunitarie. Da una parte i Dinka, la maggioranza, cui appartiene anche il presidente Salva Kiir. Dall’altra i Nuer, da cui proviene invece l’ex-vicepresidente Riak Machar, rimosso dal suo incarico alcuni mesi fa.

Ora il primo accusa il suo ex-numero due di tentato golpe. L’accusato nega e smentisce. Ma intanto gli stranieri e il personale diplomatico internazionale si preparano a lasciare il paese. Come ci ha confermato questa mattina, mercoledì, al telefono da Juba Irene Panozzo , consigliera politica per il Sud Sudan del rappresentante speciale dell’Unione Europeo per il Corno d’Africa e studiosa del paese da molti anni.

Nell'intervista a lato spiega le ragioni della crisi, che ha già provocato centinaia di morti e migliaia di sfollati. E che nessuno si augura possa riportare indietro le lancette della storia in Sud Sudan.

Emiliano Bos

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  • L'intervista di Emiliano Bos a Irene Panozzo

    RSI Cronaca 18.12.2013, 11:47

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