Svizzera

"Prima le lingue nazionali"

Le risposte degli utenti di politbox al sondaggio sul plurilinguismo

  • 14 maggio 2015, 14:16
  • 7 giugno 2023, 08:34
I risultati dei due sondaggi

I risultati dei due sondaggi

  • rsi

La seconda lingua nazionale deve essere privilegiata nell’insegnamento scolastico in Svizzera: così ha risposto il 61,1% degli utenti di politbox, la app, rivolta in particolare ai giovani ma non solo, lanciata dalla SRG SSR per la fase di avvicinamento alle elezioni federali di ottobre. Per il 34,5% dei partecipanti, invece, la priorità dovrebbe essere data all’inglese. Il 4,4%, infine, non si esprime. Hanno detto la loro 6'187 persone*.

L'applicazione di Politbox è disponibile e scaricabile da oggi sui telefonini

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  • ssr

Il dibattito politico sulle lingue è aperto in particolare nella Svizzera tedesca, dove la popolazione di Nidvaldo ha rifiutato in marzo di posticipare il francese alle medie, mantenendo solo l’inglese alle elementari, e dove altri cantoni si sono pronunciati o si pronunceranno presto sul tema. Non sorprende, quindi, che siano proprio i germanofoni i più propensi a preferire la lingua di Shakespeare. Pure fra di essi, tuttavia, la maggioranza (55,6%) opterebbe per un idioma nazionale.

Il 61% dei nidvaldesi aveva detto ''no'' a posticipare il francese per privilegiare l'inglese

Il 61% dei nidvaldesi aveva detto ''no'' a posticipare il francese per privilegiare l'inglese

  • keystone

Per le minoranze la questione è invece chiara, anche se il numero dei votanti è statisticamente poco significativo: per l’83,5% dei romandi, il 90,6% degli italofoni e il 75% dei romanci l’inglese può attendere**. Se si guarda ai risultati per classe di età, sono piuttosto i giovanissimi a manifestare il loro disamore nei confronti della seconda lingua nazionale, preferita solo dal 55% di quanti hanno fra i 16 e i 25 anni.

Quale lingua per prima? Il dibattito è aperto in particolare nella Svizzera tedesca

Quale lingua per prima? Il dibattito è aperto in particolare nella Svizzera tedesca

  • keystone

Soggiorni obbligatori in altre regioni linguistiche della Svizzera durante gli anni di scuola sarebbero un valido strumento per favorire la coesione nazionale: lo pensa il 58,4% di quanti (erano 4'726 ieri, 13 maggio*) hanno risposto invece alla seconda domanda. Il 30,9% non ritiene invece che si debbano organizzare scambi con allievi di altri cantoni, il 10,6% non si esprime. I meno propensi, ancora una volta, sono i germanofoni**, mentre l’esperienza attira tre quarti dei romandi. E proprio la categoria alla quale una simile iniziativa sarebbe rivolta, quella dei giovani in età da scuola media o liceo, appare come la più scettica.

Il pluringuismo elvetico è stato anche il tema della prima tappa del tour del bus di politbox, tenutasi ieri, mercoledì, a Friburgo.

pon

*Il sondaggio è a partecipazione volontaria e quindi non scientificamente rappresentativo della popolazione

**I risultati analizzati sulla base di lingua materna ed età si basano unicamente su alcune centinaia utenti che hanno fornito i loro dati. Fra italofoni e romanci siamo nell’ordine delle decine di persone

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