Svizzera

Uno tsunami targato UDC

Lo spostamento a destra del Parlamento svizzero nell'analisi dei risultati di Fabrizio Triulzi

  • 19 ottobre 2015, 08:18
  • 7 giugno 2023, 13:58
Sguardi rivolti all'elezione del Consiglio federale

Sguardi rivolti all'elezione del Consiglio federale

  • kestone

La Svizzera vira a destra decisamente a destra. Senza se e senza ma. Non è esagerato parlare di tsunami targato UDC, che conquista ben 11 seggi in più al Consiglio nazionale. I sondaggisti avevano sì previsto un’avanzata del partito di Christoph Blocher, ma certo non di queste dimensioni.

L’UDC, al pari di altri partiti della destra nazionalista in Europa, ha saputo capitalizzare le paure della gente di fronte al problema dell’immigrazione. I democentristi hanno posto al centro della loro campagna elettorale soltanto questo tema. E questo ben prima del massiccio afflusso di profughi in Europa. Una scelta azzeccata che ha preso in contropiede le altre formazioni politiche. Con il PLR, pure in crescita ma in misura minore rispetto a quanto prevedevano i sondaggi, il centro destra sfiora la maggioranza assoluta al Consiglio nazionale.

Un risultato eccezionale sul piano aritmetico. Sul piano politico, però, il blocco di centrodestra non è omogeneo. UDC e PLR andranno a braccetto sui dossier finanziari, economici e sociali. I rapporti tra Svizzera e Unione europea, invece, dividono profondamente le visioni tra i due partiti. Il PLR non vuole compromettere gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea, l’UDC vuole che la sua iniziativa contro l’immigrazione di massa venga applicata alla lettera. Trovare una sintesi non sarà facile. Eppure questa è la più importante sfida che la Svizzera deve raccogliere in poco più di un anno.

Intanto tutto gli sguardi sono rivolti al 9 dicembre, giorno in cui le Camere riunite eleggeranno il Consiglio federale per la prossima legislatura. Un secondo seggio spetta all’UDC sulla base di una concordanza puramente aritmetica. Per una concordanza politica, secondo gli altri partiti , è necessario che l’UDC ammorbidisca la sua opposizione, a volte anche intransigente, su temi quali l’immigrazione, l’asilo, i rapporti tra Berna e Bruxelles o ancora la preminenza del diritto nazionale su quello internazionale al centro della nuova iniziativa popolare promossa dall’UDC.

Il partito di Toni Brunner sarà disponibile a tessere compromessi con gli altri partiti con due rappresentanti in Governo? Forse sì, forse no. Eppure questa è una condizione imprescindibile se si vuole ridare stabilità al sistema. Una stabilità messa dura prova dalla stessa UDC dopo la mancata rielezione, otto anni fa, di Christoph Blocher in Consiglio federale.

Fabrizio Triulzi (responsabile dell'attualità nazionale del TG)

RG 07.00 del 19.10.15 L'analisi di Mattia Serena, corrispondente da Palazzo Federale

RSI Svizzera 19.10.2015, 10:07

Dal TG20:

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