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Milano chiude bottega

Tre storie dalla capitale lombarda che sta cambiando fisionomia e sta perdendo la sua identità

  • 6 ottobre 2016, 08:15
  • 26 giugno 2023, 11:54

Milano, una città che scompare - di Claudio Moschin

RSI Ticino e Grigioni 06.10.2016, 08:00

A Milano le botteghe storiche sembrano avere un destino amaro: sono travolte dalla concorrenza delle grandi catene, spazzate via dalla vendita online, schiacciate dagli affitti troppo cari. Si abbassano le saracinesche che non si riaprono più. I dati lo dicono: nel capoluogo lombardo chiude un negozio ogni due giorni. E non è più solo una questione di orario, giorno o stagione. Si tratta di resa economica dei proprietari. Rabbia e rassegnazione. Basta fare due passi nelle vie del centro storico per imbattersi in cartelli «vendesi» o «affittasi» ingrigiti dal disinteresse collettivo. Almeno tre negozi su dieci sono abbandonati. Da settimane, da mesi. Alcuni anche da anni.

Ma c’è chi non intende mollare e davanti ad uno sfratto inatteso il titolare e i lavoranti della Ditta Guenzati - negozio a due passi dal Duomo - hanno avviato una raccolta di firme per perorare la causa e sensibilizzare l’opinione pubblica. E poche settimane fa il negozio (che è il più antico di Milano, aperto nel lontano 1768…) è rientrato sotto la tutela del FAI Fondo Ambienbte Italiano come uno dei Luoghi del cuore, quei luoghi cioè — dalle aree archeologiche ai palazzi — che rappresentano una parte importante della storia di ciascuno e che perciò si vogliono proteggere. Al momento sono state raggiunte oltre 10.000 firme tra quelle raccolte in loco e i voti ottenuti sul sito.

Altra storia quella di Luca Ambrogio Santini, già proprietario di una storica libreria milanese del centro, che, come troppi suoi colleghi, è stato costretto a chiudere. Lui ha deciso di non arrendersi, dando vita a un originale progetto itinerante, “LibriSottoCasa”, continuando così la sua attività al servizio del quartiere che ama, procurando libri, anche i più rari, per poi recapitarli con un triciclo a domicilio, o nel locale sotto casa, magari anche proponendo, consigliando e aiutando nelle ricerche bibliografiche.
 E, storia ancora diversa, è quella di Simona Fregoni, che anni fa ha sfidato il mondo del commercio meneghino prendendo in gestione una delle più antiche drogherie di Milano, un luogo che pare un viaggio a ritroso nel tempo e che era avviato verso la chiusura.

Tre storie diverse un unico denominatore: le botteghe milanesi, luoghi di memoria e cultura. scompaiono. Addio per sempre ?

Claudio Moschin

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