Ticino e Grigioni

Salari da fame in Ticino

L’Unia torna a denunciare aziende e società che non rispettano le norme contrattuali

  • 27 giugno 2014, 13:01
  • 6 giugno 2023, 19:55
Dumping salariale, nuove denunce

Dumping salariale, nuove denunce

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L’Unia pubblica una nuova lista nera di società attive in vari settori in Ticino, accusate di dumping salariale. Una decina di aziende attive non solo nel ramo dell’edilizia ma pure in quello dell’informatica, della produzione di macchine automatiche e imbarcazioni, degli impiegati di commercio e degli istituti di bellezza.

“Per tentare di arginare questa guerra sociale è necessario dotarsi di nuovi strumenti di lotta e d’informazione”, sottolinea in una nota l’organizzazione sindacale stando alla quale: “Il dumping salariale e sociale cresce nell’ombra, si nutre e s’irrobustisce grazie all’omertà al quale sono costretti i lavoratori se non vogliono perdere il posto di lavoro”.

Alcune testimonianze

Tra i casi sui quali vengono accesi i riflettori, figura quello di una dipendente assunta come apprendista, diventata estetista in formazione, per poi essere “trasformata” in ricezionista. Un percorso lavorativo tortuoso, accompagnato da una busta paga da fame: 500 franchi lordi mensili.

Non solo, Unia punta il dito anche su quanto sta accadendo tra gli impiegati di commercio, dove un’azienda ha sottoposto a una sua dipendente un contratto per “aiuto ufficio” (9 ore di lavoro al giorno, per 45 ore settimanali) di 1'125 franchi lordi al mese, un terzo di un normale contratto per la categoria.


Red. MM/bin

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