Cultura e spettacoli

Sguardi: Tre risposte su Locarno Festival

Gino Buscaglia e la notte bianca con Zanussi

  • 27 luglio 2017, 17:23
  • 6 settembre 2023, 05:16
Gino Buscaglia

Gino Buscaglia

  • Tipress

In avvicinamento al Locarno Festival che si appresta a spegnere 70 candeline diamo spazio alle testimonianze di alcunii frequentatori di lungo corso: il più noto degli ex-direttori, il veterano della critica ticinese, alcuni festivalieri R(T)SI di ieri e di oggi. Un’aneddotica che va dall’incontro con Bunuel, al gomito-a-gomito con Tarantino, al film proiettato al contrario…

Iniziamo con Gino Buscaglia per molti anni alla guida della redazione cinematografica della RSI e ora presidente di Castellinaria.

Un ricordo/aneddoto/momento cult

Un ricordo, molto piacevole e ancora oggi ricco di significati. Un’edizione del Festival a metà anni ’90 (non ricordo esattamente quale) vede la consueta partecipazione, in veste ufficiale, della Consigliera Federale Ruth Dreifuss: ricevimento, discorso di rito, ingresso protocollare in Piazza Grande. Due o tre giorni dopo una pioggia battente e continua impedisce la proiezione in Piazza Grande; gli accreditati con tessera per il Ring hanno diritto di accesso al Cinema Rex. Grande calca, pigia pigia ed effetto sardina all’ingresso, dove mi trovo accanto la Consigliera Federale che riesce acrobaticamente a chiudere il suo ombrellino innaffiandomi adeguatamente. Mi guarda, mi sorride imbarazzata e si scusa. Io ricambio il sorriso e commento, ammirato, “anche lei in coda!”. La signora Dreifuss mi risponde con grande semplicità: “Questo è il bello della democrazia svizzera, pur con qualche scomodità”.

Cosa è e cosa rappresenta il Festival di Locarno

Io seguo il Festival dal lontano 1973. Ne ho visto la crescita e l’evoluzione. La cosa che apprezzo di più è il suo essere l’UNICO festival internazionale davvero aperto al pubblico in tutte le sue sezioni, non solo per le proiezioni “grand publique” di Piazza Grande, ma per TUTTE le sue sezioni, anche le più ostiche e coraggiose. Locarno è un “Unicum” impossibile da imitare.

Il personaggio, l’incontro il film più importante

Difficile dare una risposta sul “film più importante per me” visto a Locarno, per cui passo.

Ma un incontro davvero bello e significativo, quello sì lo ricordo bene. Un’edizione degli anni ’70. Ultima sera di Festival. Con il mio gruppo di amici sto recandomi in albergo, quando incrociamo per puro caso il regista polacco Krzysztof Zanussi, già vincitore del Pardo d’Oro qualche anno prima e ora Presidente della Giuria internazionale. Io so che parla un italiano quasi perfetto, perciò mi permetto di salutarlo e di avviare una conversazione con lui.

E così, in modo del tutto naturale, ci troviamo a conversare con un maestro del Cinema con la scusa di accompagnarlo in albergo. Il bello è che quando arriviamo è Zanussi a dirci che riaccompagna noi perché gli piace la chiacchierata. Quando spunta l’alba si è perso il conto di quante volte sia stato fatto il tragitto albergo mio-albergo suo. Questa è la più bella “notte bianca” che mi abbia regalato il Festival di Locarno.

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