Cultura e spettacoli

Signs of life: il trionfo di Cocote

Per la prima volta a Locarno un film domenicano...ed è vittoria

  • 12 agosto 2017, 14:25
  • 6 settembre 2023, 05:17
Il regista Nelson Carlo De Los Santos Arias
  • Locarno Festival

Siamo in attesa dei nomi dei vincitori di Locarno 70. Nel frattempo, ieri sera 11 agosto si è già svolta in Piazza Grande la premiazione della sezione ‘Signs of life’, che accoglie le prove cinematografiche più sperimentali, innovative nella narrazione, nel linguaggio o nella forma.

Il Pardo d’oro va a Cocote (Repubblica Dominicana/Argentina/Germania), primo lungometraggio di Nelson Carlo De Los Santos Arias e primo film dominicano della storia ad essere accolto al Locarno Festival.

Cocote racconta la vicenda di Alberto, che da tempo ha abbandonato la sua regione di origine per trasferirsi in capitale, dove lavora come giardiniere in una villa d’alta borghesia. L’improvvisa morte (o meglio, l'uccisione) del padre lo obbliga a tornare al proprio villaggio natale, dove si ritrova a fare i conti con costumi che vanno contro la sua volontà.

Il trailer del film

RSI Cultura 12.08.2017, 13:37

De Los Santos porta sugli schermi locarnesi un viaggio nel cuore della Repubblica Dominicana più rurale e ancestrale, dove la vita quotidiana è ancora intrisa di credenze e rituali spiritici, ereditati dai tempi dello schiavismo africano. È una storia mulata, mulatta – parola chiave per addentrarsi nei meandri del melting pot culturale non solo dominicano ma anche di Cuba, Brasile, Antille, Haiti – sia nel contenuto, sia nelle scelte formali (con la maggior parte delle riprese a colori, e alcune in bianco e nero).

Alberto sperimenta sulla propria pelle questo incontro/scontro di idee e culture: la razionalità cittadina contrapposta alla superstizione popolare (che crede nell’animismo e nei galli parlanti), la contaminazione fra liturgia cattolica, canti africani e spiritismo voodoo.

Durante i nove giorni della Novena, rito funebre cristiano, le donne della famiglia di Alberto vengono ‘possedute’ dall’anima del defunto, che urla vendetta per poter riposare in pace. E in un crescendo di tensione ritmato da forsennate danze tribali, con la voce della pastora che si alza al cielo, invocando ‘en el nombre de Jesus’ un regolamento di conti che avvierebbe una faida infinita… per Alberto lo scontro diventa progressivamente inevitabile.

Cocote è una rivelazione, con un forte valore anche antropologico. Solo i due protagonisti sono infatti attori professionisti; il resto del cast è davvero una comunità rurale della campagna dominicana. “Non c’è alcun copione, ma la struttura e gli obiettivi erano ben definiti – spiega il regista – siamo rimasti a lungo in quel villaggio, per entrare in confidenza con la gente e per far riprodurre loro quei riti con naturalezza, così come avvengono nella realtà”.

BCAMP

Signs of Life: Cocote

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