Il giardino di Albert

Dal radioso avvenire di Stalin alla conquista del mondo di Putin

La scienza in Russia dalla fine della guerra fredda ad oggi, di Clara Caverzasio

  • 12 ottobre 2017, 13:35
  • Scienza
Vladimir Putin

Vladimir Putin

  • Keystone

IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 12 ottobre 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 14 ottobre alle 18:00

La scienza è stata uno dei settori privilegiati della cultura sovietica, forse l’unico ad aver conseguito risultati straordinari: da grandi opere come i canali Volga-Don e Baltico-Mar Bianco, alla faraonica metropolitana moscovita, dal programma atomico al livello altissimo della matematica e della fisica, allo straordinario capitolo della conquista dello spazio, iniziata ufficialmente il 4 ottobre 1957 con il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1 che segna l’inizio della guerra fredda tra URSS e USA. Con il crollo del muro di Berlino nell’89 e la fine della Unione sovietica le cose cambiano radicalmente, e si assiste a un vero e proprio esodo degli scienziati. I quali, perso del tutto il loro grande prestigio e ridotti letteralmente alla fame, fuggirono in massa in Occidente.
Ma la grande tradizione scientifica russa non si è dispersa. Ed oggi si assiste a una importante ripresa, non solo in ambiti come la fisica delle particelle, ma anche in quello, nuovo per la Russia, dell’informatica: come l’attualità seppur problematicamente ci mostra, e come sembra lasciar presagire lo stesso Putin, che in un recente discorso ai giovani russi di talento nel campo delle scienze ha affermato che «chi sarà in grado di domare l’intelligenza artificiale diventerà signore del mondo». Invitando i giovani a “impegnarsi qui, in Russia, per la nostra patria”. Insomma dal radioso avvenire di Stalin alla conquista del mondo di Putin. Nel Giardino di Albert di giovedì 12 ottobre, dell'evoluzione che la scienza in Russia ha avuto dalla fine della guerra fredda ad oggi parleremo con due scienziati pluripremiati - Ettore Fiorini, ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica e docente all’Università di Milano-Bicocca e Giorgio Parisi, fisico teorico, studioso di meccanica statistica e di sistemi disordinati, professore di Teorie quantistiche presso l'Università di Roma I, La Sapienza - che hanno avuto esperienza di prima mano della mitica scienza russa, e con Marco D’Eramo, fisico di formazione, sociologo, saggista e giornalista.

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