Tre miliardi di franchi. A tanto ammonterebbe l’introito fiscale previsto dai fautori dell’iniziativa “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS”, lanciata dal Partito evangelico e sostenuta dal Partito socialista, dai Verdi, dal Partito popolare democratico e dall’Unione sindacale svizzera.
L’iniziativa prevede un tasso d’imposizione del 20 per cento per le eredità che suprano i due milioni di franchi e per le donazioni oltre i 20mila franchi. L’introito della nuova imposizione sarebbe destinato per i due terzi all’AVS e per un terzo ai cantoni, i quali non incasserebbero più nessuna imposta sulle successioni e sulle donazioni.
Contro l’iniziativa si sono schierati il Consiglio federale, la destra parlamentare e gli ambienti padronali, contestando tra l’altro l’entrata in vigore retroattiva al 1. Gennaio 2012, mentre l’Unione svizzera delle arti e mestieri (contrariamente al parere della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf) ha tentato inutilmente la strada dell’annullamento dell’iniziativa in quanto violerebbe l’unità di materia. La commissione dell’economia del consiglio degli stati (sollecitata dal Plenum proprio ad approfondire la questione della ricevibilità) ha invece considerato valida la proposta di modifica della legislazione federale in merito alla tassazione delle successioni, e il testo sarà quindi sottoposto ai cittadini in votazione popolare.
Per il pastore evangelico Paolo Tognina, siamo di fronte a due visioni radicalmente diverse del concetto di eredità: una visione individualistica (che vede nell’eredità un bene privato) e una visione più o meno comunitaria, che considera l’eredità nell’ottica della solidarietà: ogni anno in Svizzera vengono ereditati poco meno di 30 miliardi di franchi e nei prossimi trent’anni circa 180mila persone erediteranno oltre un milione di franchi a testa e 900 persone erediteranno una fortuna superiore ai 100 milioni.
Ne parliamo a Modem con Sergio Rossi, professore di economia all’Università di Friburgo, Angelo Geninazzi, responsabile di Economie Suisse per la Svizzera italiana, Hans Stöckli, consigliere agli stati bernese per il partito socialista, e Giovanni Merlini, consigliere nazionale ticinese per il Partito liberale radicale.
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