In India
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Il futuro è giovane

Lo sviluppo economico e sociale dei Paesi più poveri passa dal sostegno ai ragazzi fino a 24 anni, dice l’ONU

  • keystone
  • 19.11.2014
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Nel mondo non ci sono mai stati così tanti giovani. Di età compresa fra 10 e 24 anni sono attualmente 1,8 miliardi (su 7,3 miliardi di popolazione) e secondo le proiezioni raggiungeranno i 2 miliardi entro la metà del secolo. Lo evidenzia il rapporto 2014 del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), stando al quale gli adolescenti e i giovani “possono trasformare il futuro”, costituendo un’opportunità unica per lo sviluppo economico e sociale.

E’ nei Paesi in via di sviluppo che risiede la più alta percentuale di tale popolazione giovanile (il record mondiale è detenuto dall’India, con 356 milioni di persone nella fascia d’età presa in considerazione). Lavorare sull’istruzione, la salute e sulle prospettive economiche, stando al fondo ONU, può dunque avere effetti a catena estremamente positivi per le comunità di riferimento. Di più: “lasciare i bisogni dei minori fuori dalle politiche volte a realizzare uno sviluppo sostenibile, vuol dire ignorare un enorme potenziale. Gli sforzi per sradicare la povertà e realizzare così uno sviluppo umano sostenibile andranno a buon fine solo quando gli adolescenti vedranno riconosciuti i propri diritti”, afferma l’Associazione italiana donne per lo sviluppo (incaricata per la traduzione e la presentazione in italiano del rapporto ONU).

Cosa fare di più (e meglio) per sfruttare il potenziale dei giovani nel mondo? Come declinare questi auspici in chiave europea (e Svizzera), laddove cioè la popolazione invecchia sempre di più? Modem ne parla con Alessandro Rosina (Professore di demografia all’Università Cattolica di Milano), Giulia Vallese (rappresentante UNFPA in Nepal) e con Marcello Martinoni (Geografo ed etnologo).

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