Letteratura

Non basta essere una lobby del libro

Pusterla torna sulla sua decisone di lasciare l’A*ds e invita l’associazione ad accendere una riflessione su questioni politiche

  • 16 aprile, 12:11
  • 17 aprile, 08:59
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Fabio Pusterla

  • © Ti-Press / Sara Solcà
Di: Red.
Ho deciso di lasciare l’associazione delle scrittrici e degli scrittori svizzeri in maniera faticosa e dopo un lungo percorso che è iniziato perlomeno lo scorso autunno, nel mese di ottobre, con una serie di mail interne all’associazione, culminato poi in un incontro che è avvenuto a Lugano all’inizio di dicembre. E il tema era non tanto l’impegno del singolo scrittore, che è un’altra faccenda, ma la responsabilità da parte dell’associazione mantello degli scrittori svizzeri, di assumere quando è necessario, una posizione politica e ancora prima e forse ancora più importante, di accendere al suo interno un dibattito su argomenti di natura politica o politico-culturale.

Fabio Pusterla torna così ai microfoni di Alphaville (Rete Due, 16.04.2024) sulla sua decisione di lasciare l’Associazione delle scrittrici e degli scrittori svizzeri (A*ds), decisione espressa ieri sul portale naufraghi.ch. Pusterla in particolare rimprovera l’associazione di occuparsi solo di “aspetti tecnici legati al libro, al diritto d’autore e a cose del genere”, anche se nell’articolo 2 del suo statuto è scritto nero su bianco che deve “difendere la libertà d’espressione e il rispetto dei diritti dell’uomo”.

Pusterla in particolare non si ritrova in un’associazione (A*ds, appunto) che si è trasformata in una sorta “di sindacato degli scrittori, una lobby del libro”.

Pusterla e il ruolo degli intellettuali

Alphaville 16.04.2024, 11:00

Il silenzio sul dramma mediorientale è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo Pusterla alle dimissioni. Al di là dell’episodio, la presa di posizione dello scrittore ticinese riporta al centro dell’attenzione la riflessione sul ruolo degli intellettuali nel dibattito pubblico, un ruolo sollecitato costantemente dagli episodi di cronaca (e in generale dal corso della Storia).

Su questo tema (ovvero sul ruolo civile dell’intellettuale) indimenticabili sono le parole di Bobbio, il quale sollecita gli intellettuali a prendere parte alla vita pubblica, non tanto per distillare certezze, ma per seminare dubbi.

Scrivere è partecipare

Alphaville 16.04.2024, 12:35

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