All’inizio fu Carlo Brighi: nato il mio stesso giorno, 126 anni prima di me, detto E Zaclén oppure E Zaclòin, l’anatroccolo, non si sa se per la sua andatura o per la sua passione nella caccia alle anatre. Figlio di un violinista, riesce a convincere il padre a proseguire con gli studi iniziando un percorso che lo porterà al frequentare gli ambiti della musica colta fino al 1890 quando, deciso nel fondar la propria orchestra, si diede alla musica da ballo. Inventò poi E’ Festival, il capannone itinerante al quale diede il suo nome e che si trasformò poi, stabilitosi nella Bellaria della moglie, nella prima balera. Al momento della sua scomparsa, arrivò a scrivere oltre le mille composizioni, conservate oggi alla Biblioteca Comunale di Forlì. Poi fu il tempo di Aurelio Bazzocchi e dei Fantini, prima di arrivare a Secondo Casadei (che proprio nell’orchestra Bazzocchi iniziò a suonare), grazie al quale il mondo del liscio prese un marcia in più, anche per l’introduzioni di voci maschili e femminili nelle esibizioni, fino ad allora strumentali, e autore della celeberrima Romagna Mia, ritmo valzer, incisa nel 1954 a Milano e diventata negli anni LA canzone del liscio. Negli anni passò il testimone al nipote, il celeberrimo Raoul regalandogli una chitarra al suo compimento dei sedici anni e lanciando una carriera innovativa e per certi versi visionaria (sua l’idea delle balere galleggianti, crociere del liscio dove si ballava, si pescava e si friggeva il fresco condividendo le vivande fra pubblico e musicisti), che trasmise poi il suo sapere al figlio Mirko, vero e proprio miscelatore di stile, che ha unito negli anni il liscio alla musica dei più svariati artisti quali Marc Ribot, Gloria Gaynor e Kid Creole and the Coconuts.
Facciamo ora un passaggio laterale nel 2014, anno in cui Riccarda Casadei scardinò l’ortodossia liscia facendo incontrare uno dei più grandi interpreti del liscio di allora, Moreno “Il biondo” Conficconi e Mirco Mariani, musicista attivo nei Saluti da Saturno ma con una storia che passava attraverso esperienze meticce come Mazapegul e Daunbailò. Ai due si unì quasi subito Mauro Ferrara e nacque Extraliscio, commistione fra liscio e pop che conquistò radio, Festival di Sanremo (memorabile l’esibizione con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti nel 2021 con Bianca Luce Nera) e pubblico, e che in cinque album è riuscita a unire le due musiche lucidandone tacchi e speroni come il genere meritava, promuovendo di fatto l’avvicinamento fra questi mondi (cosa culturalmente corretta, del resto il liscio è a tutti gli effetti parte della musica folk, popolare e autoctona italiana, nella sua fascia romagnola).
Questo fu il grande scossone a livello mediatico anche se con continuità il mondo del liscio ha fatto capolino sempre più sui palchi e nelle piazze più importanti. Negli ultimi anni sono stati infatti diversi i progetti musicali a muoversi fra i due mondi: richiedendo consiglio a una delle penne più ferrate sul tema, il forlivese di nascita ma residente a Russi in provincia di Ravenna Federico Savini e attuale firma di Blow Up, i nomi usciti dai suoi taccuini sono stati quelli di Mr Zombie, Dal Vangelo Secondo e Sacri Cuori Social Club. I primi, fuoriusciti in parte dall’esperienza Collettivo Ginsberg (progetto che ha unito voodoo, mambo e Jim Morrison fra il 2004 e il 2017) con il disco C’era una volta in Romagna ha dato prova di sé mischiando il liscio con suoni balcanici, jazz e prog. L’orchestra spettacolo Dal Vangelo Secondo invece cita il capostipite nel nome e si ricollega ai tempi andati (il loro grido di battaglia, dalle pagine Facebook è “Questa è l’Orchestrina di una volta, che dove suona si fa baracca!”). Ultimi ma non ultimi i Sacri Cuori Social Club, progetto che ha allargato le fila della nota band fondata da Antonio Gramentieri, Diego Sapignoli e Francesco Giampaoli. Dalle loro movenze western, con l’aggiunta di due nomi storici del liscio come Primo Montanari e Michele Carnevali offrendo un unione fra mondi lontani, west e riviera, saloni e balera per un connubio d’italianità in grado di far felici più strati di pubblico e di ballerini.
Ma il liscio, sempre sul palco della kermesse sanremese, ha dato lustro di sé anche quest’anno, con l’esibizione dei Santa Balera, orchestra ideata da Giuliano Sangiorgi (già creatore del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti) che ha lanciato anche gli Alluvionati del liscio. Sono formazioni classiche che dialogano però con il mondo contemporaneo, creando una continuità di tradizione che conquista anche il pubblico più giovane. Ricordiamo che anche qui da noi le orchestre italiane hanno sempre imperversato, dalla Leventina a Camignolo, e la speranza è che anche queste leve possano diventare consuetudine.
Magari anche l’Orchestrina di Molto Agevole, progetto che è ritornato in questi giorni con il loro secondo disco, colmo di musicisti che hanno dato prova di sé fra folk, rock e cantautorato (della partito sono infatti Enrico Gabrielli aka Der Maurer, il cantautore pop Alessandro Grazian, Francesca Baccolini degli Hobocombo e Francesca Biliotti alla voce solista, oltre a Francesco Paolo D’Elia, Guido Baldoni e Davide Radice). Il loro disco è aria freschissima fra polke, mazurche e cha cha cha, uscito (ovviamente) per Casadei Sonora Edizioni questo 3 maggio. Un disco che respira ancora una volta di un’aria libera e casereccia, che profuma di vino e di buon cibo, ricollegandosi a quegli istinti di musica e compagnia che, superate le nostre prime difese, si allargano coinvolgendo chiunque abbia del rudimento di danza nel sangue. Il titolo, programmatico, è A noi piace il liscio e beh, non gli si può dar torto, ballo e genere multiforme come pochi, espressione artistica e motoria tra le più sane per ogni età e, perché no, unione intergenerazionale di convivio.
“Un ballo liscio vol. 2”
La Recensione 01.02.2024, 10:35