Cultura e spettacoli

Una Berlinale in bianco

Il film d'apertura dell'edizione 2015: Binoche indisponente tra i ghiacci

  • 5 febbraio 2015, 18:51
  • 4 settembre 2023, 16:27
Orsi bianchi
  • RSI

DIARIO PUNTATA UNO

Caro diario, l'impatto cinematografico con la 65esima Berlinale non è stato una passeggiata di salute: siamo dovuti andare tutti quanti, vestiti di pelli di animali da capo a piedi, fin su su in cima al mondo. Se uno è sensibile il trauma gli è arrivato addosso fin dalla prima scena, dove l'eroina stende un orso a colpi di fucile, traendone bambinesco godimento. Orso naturalmente candido come tutto il resto. E quindi il colore di oggi è il bianco.

Sapevamo che con il film inaugurale Nadie quiere la noche di Isabel Coixet avremmo esplorato l'artico, ma non fino a questo punto. Juliette Binoche, onnivora macinatrice di chilometri attoriali che l'hanno portata ultimamente a frequentare Godzilla e l'Engadina, ora non si nega nemmeno la tigna di voler andare a scovare le marachelle del consorte nella più remota location da adulterio: l'inverno polare.

Lei è Josephine, che nel 1908 si spinge nelle terre estreme per andare a ritrovare Robert Peary, suo marito, controverso e contestato primo esploratore del Polo Nord geografico. Millantatore forse, ma certamente uomo da non biasimare per essere scappato il più lontano possibile, se gli toccava il caratterino di "Joss".

La Binoche è una delle attrici più adatte - forse con sua maestà Isabelle Huppert - a interpretare pesonaggi indisponenti. Qui ci riesce benissimo, portando le situazione al parossismo emotivo. Meno male che c'è l'eschimese Allaka (che poi è l'attrice giapponese Rinko Kikuchi) a portare un po' di umanità. La notte è interminabile.


La gallery del giorno: la giuria e di tutto un po'

mz

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