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“Non avrà più il suo volto. Per colpa mia”

Intervista dal carcere di Bollate a Sara Del Mastro, che il 7 maggio del 2019 sfregiò con l’acido il suo ex

  • 8 maggio, 05:41
  • 8 maggio, 12:43

Giustizia riparativa per gli autori di reati violenti: la storia di Sara Del Mastro

SEIDISERA 07.05.2024, 18:45

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Di: RSI Info/Francesca Torrani

Il 7 maggio del 2019 a Legnano, in provincia di Milano, Sara Del Mastro getta dell’acido in faccia al suo ex, sfregiandolo. Lei ha 38 anni e una figlia di sette, quando incontra Giuseppe. La loro storia dura un mese soltanto, tanto basta – però – a innescare una miccia che inizialmente si limita alle molestie ma poi, in un crescendo, degenera.

“Iniziai a bucargli le gomme”, racconta, “poi sono scivolata sempre più in fondo”. Giuseppe diventa presto un’ossessione. Sara, nel frattempo inventa una gravidanza e continua a importunare l’uomo che la denuncia in polizia per stalking. La situazione precipita quando la trasmissione “Le Iene” di Italia Uno si interessa del caso. Lei vuole evitare la diffusione del servizio. Tutto è ormai fuori dal suo controllo. Da lì, il lancio di un bicchiere contenente l’acido. Le vite di entrambi cambiano completamente.  

Per questo gesto Del Mastro viene condannata a 7 anni e 10 mesi, pena che sta scontando nella sezione femminile del carcere milanese di Bollate.

Francesca Calcagno e Francesca Torrani l’hanno incontrata. Ha accettato, per la prima volta dai fatti, di raccontare la sua storia. Che è diventata particolare anche perché Sara è la prima donna a essere ammessa al programma di trattamento intensificato per gli autori di reati violenti - guidato dal professor Paolo Giulini- e ha ottenuto l’ammissione al programma di giustizia riparativa, un procedimento che permette alla vittima e all’autore di un reato di partecipare attivamente alle questioni che il crimine ha aperto.

Una vera e propria presa di consapevolezza di quanto fatto avviene per la donna nel dicembre 2021 quando, all’ospedale Niguarda dove deve affrontare un’operazione, incrocia nei corridoi una persona con il volto coperto dalle bende. Ripensa al suo gesto e al volto del suo ex sfigurato. “È come se avessi sbattuto la faccia contro la realtà”, racconta. Il suo percorso di giustizia riparativa confessa, “è ancora tutto in salita… Il fatto di voler intraprendere questo percorso non è per fare pace con me stessa, perché avrò sempre la zavorra del rimorso…lui non avrà più la sua faccia di quando era nato, … ed è una cosa che non potrò mai perdonarmi”.

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