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Gaza al centro dei premi Pulitzer

New York Times e Reuters premiati per la copertura dell’attacco di Hamas e della risposta di Israele – Polemiche sulla Columbia University - Premiato anche l’oppositore russo Kara-Murza

  • 7 maggio, 15:26
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La newsroom del New York Times celebra il premio

  • Reuters
Di: AFP/dielle

La guerra a Gaza è stata al centro dei premi Pulitzer di lunedì, i riconoscimenti annuali per la stampa e la letteratura americana, che includono una menzione speciale per i giornalisti che coprono il conflitto tra Israele e Hamas.

Il New York Times ha vinto il Pulitzer per il giornalismo internazionale “per l’ampia e rivelatrice copertura del letale attacco di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre” e per la copertura della “risposta radicale e mortale delle forze armate israeliane”.

L’agenzia di stampa Reuters ha vinto un premio nella categoria fotografia giornalistica per la sua copertura “cruda e immediata” dell’attacco del 7 ottobre e della rappresaglia di Israele.

Il Pulitzer e la Columbia University, “repressione” e polemiche

Inoltre, una menzione speciale è stata assegnata ai “giornalisti e al personale dei media che hanno coperto la guerra a Gaza. Un conflitto che ha causato anche la morte di poeti e scrittori”, spiega il comitato Pulitzer, organo della Columbia University.

Proprio la prestigiosa università newyorkese è attualmente al centro delle polemiche, essendo diventata l’epicentro delle manifestazioni pro-palestinesi nei campus americani. Ma anche perché la polizia, intervenuta nel campus con sgomberi e arresti su richiesta dei vertici dell’università, ha fortemente limitato l’accesso della stampa a queste operazioni e ha minacciato di arrestare gli studenti giornalisti che volevano coprire l’evento. In un articolo due redattori del giornale studentesco della Columbia hanno accusato l’amministrazione universitaria di “reprimere” il lavoro giornalistico degli studenti, in particolare chiedendo loro di consegnare alcuni video e foto degli eventi.

Premiato anche l’oppositore russo Kara-Murza

I Pulitzer di quest’anno hanno premiato anche l’esponente dell’opposizione russa Vladimir Kara-Murza “per i suoi articoli appassionati scritti a rischio della vita dalla sua cella”. Collaboratore del Washington Post, Kara-Murza sta scontando una pena detentiva di 25 anni, a cui è stato condannato nell’aprile 2023 in particolare per “tradimento” e diffusione di “false informazioni”.

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Sono stati premiati anche giornalisti americani che hanno indagato sul lavoro minorile degli immigrati, sulle disparità razziali nel sistema giudiziario statunitense e sulla violenza delle armi.

La scrittrice Jayne Anne Philipps ha vinto il premio per la migliore narrativa letteraria per il suo romanzo “Night Watch”, che racconta di una madre e di una figlia all’indomani della guerra civile americana. Infine, il premio per la migliore saggistica è andato a Nathan Thrall per “A Day in the Life of Abed Salama. Anatomia di una tragedia a Gerusalemme”.

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