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Milano, chiudono le librerie

Giù una saracinesca al mese nella città simbolo dell'editoria, internet ed i costi di gestione sul banco degli imputati

  • 12 ottobre 2016, 06:12
  • 5 settembre 2023, 10:30

Milano perde una libreria al mese - di Simone della Ripa

RSI Ticino e Grigioni 12.10.2016, 08:00

Troppi costi, pochi ricavi, concorrenza impossibile anche solo da combattere con la grande distribuzione ed ecco che, per tali motivi, a Milano chiude una libreria al mese. Non chiudono solo quelle aperte relativamente da poco ma anche gli storici marchi meneghini che hanno rappresentato un pezzo di cultura per il capoluogo lombardo negli ultimi 100 anni, come la Libreria Ambrosiana, la Puccini o Milano Libri.

Le cessazioni di attività, solo nel 2015, sono state 15 nonostante il lavoro di "sostegno e soccorso" che prova a fare l’Associazione librai di Milano e provincia (ALI), come confermato dal segretario Paolo Uniti. "Il quadro regionale in Lombardia - precisa Uniti - fotografa circa 600 librerie ma è chiaro che la parte del leone la fa una metropoli come Milano, che ai tempi d'oro – negli anni '70 - aveva circa 250/300 librerie. Adesso per una questione di mercato e di consumi sta sparendo quella che è la libreria di quartiere come punto di riferimento e la libreria generalista si sta evolvendo a seconda delle richieste verso qualcosa di più peculiare". Insomma, chi non ha la forza di "evolvere" abbassa la saracinesca, chi resta lavora in perdita. I canoni d’affitto salgono alle stelle, i ricavi sono pochi e sono ancora di meno per effetto di una "scontistica" selvaggia e per "colpa" – così la definiscono i librai – del mercato online.

E-book e Leggi controverse

Secondo l’Istituto di Statistica italiano (ISTAT), nel 2015 quattro milioni e 687mila persone hanno letto o scaricato libri online o e-book (14,1% delle persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi e 8,2% della popolazione di 6 anni e più). Altro problema, secondo taluni, è il mancato rispetto della Legge italiana sull’editoria denominata Levi, che permette agli editori di fissare il prezzo di copertina che vogliono, consentendo uno sconto non superiore al 15%. Secondo un’altra corrente di pensiero, è proprio questa legge che non favorisce l’acquisto di libri che potrebbero essere venduti se maggiormente scontati. Infine, ma non per ultimo, c’è il dato che riguarda la percentuale di lettori in Italia. Così, mentre si palesa il crollo delle vendite, per Milano è "Tempo di Libri". Così si chiamerà la fiera del libro che si terrà il prossimo aprile e che vedrà tornare a casa, nella loro Milano, tanti editori meneghini che da molti anni frequentavano il Salone di Torino. Nessuno si illude che questo basterà a risolvere la situazione anche se può essere uno stimolo positivo, come confermato da ConfCommercio Milano.

Una lunga storia d’autore


Ci sono storie di librai, partite da lontano, che hanno fatto della bottega un’impresa in costante evoluzione. Un modo per sopravvivere ai tempi per chi crede ancora nella carta.

Il Libraccio, un successo lungo 40 anni

RSI Ticino e Grigioni 19.10.2016, 21:56

Dalle cassette di pere argentine usate come scaffali per i parchi di Milano a ben 42 sedi ed un sito tra i più attivi d’Europa nel campo dell’editoria: Questa è la storia de “Il Libraccio”, la catena di negozi di libri del marcato “nuovo – usato” nata circa 40 anni fa dall’idea di quattro soci. Tra questi c’era Piero Fiechter, che ha deciso di raccontare questa avventura in anni dove a parlare non erano i libri e le idee imprenditoriali ma, troppo spesso, le pistole.

Simone Della Ripa

(fotografie storiche di proprietà de Il Libraccio)

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