Ticino e Grigioni

A casa come in albergo

Home Sweet Home Delivery lancia un'innovazione nel mondo dei servizi a domicilio

  • 24 agosto 2015, 07:03
  • 4 settembre 2023, 11:31

Si cerca la comodità perché si ha sempre meno tempo a disposizione

RSI 18.08.2015, 14:55

Giulia Del Bue e Cesare Villano, soci in affari e compagni anche nella vita, sono due ragazzi che, terminati gli studi a Milano, hanno deciso di portare la living innovation in Svizzera. Il loro obiettivo è quello di far sì che i loro clienti si sentano serviti e riveriti in casa propria come se alloggiassero in albergo. "Oggigiorno riuscire a fare affidamento su qualche comodità in più diventa una vera e propria necessità perché è un mondo che va di fretta, nel quale si ha sempre meno tempo a disposizione per svolgere tutte le faccende domestiche", spiegano i due giovani fondatori di Home Sweet Home Delivery, una start up che consegna cibo a domicilio, ma che ha in serbo per il futuro un progetto molto più ampio.

Il team al completo

Il team al completo

  • HSH Delivery

L’idea è nata quasi per caso durante un pomeriggio milanese. Giulia e Cesare notano una locandina affissa alla porta di un ristorante che pubblicizza un servizio di delivery. "Abbiamo deciso di provarlo e da lì la nostra vita da studenti è cambiata in meglio. Tutte le volte che tornavamo a casa tardi dall’università senza aver fatto la spesa, o le volte in cui guardavamo un film con amici e ci veniva una fame improvvisa, poter ordinare la cena a domicilio ci sembrava la soluzione migliore del mondo. Da qui – continua Giulia - l’idea di portare un servizio simile a Lugano, per garantire agli abitanti della nostra città natale la possibilità di scegliere cosa mangiare con un clic".

Ristoratori ticinesi diffidenti – Nella creazione del business la coppia non ha avuto problemi particolari perché Giulia, fresca di studi economici, giocava in casa. "Le vere difficoltà – confida Cesare - sono cominciate al momento della concretizzazione del servizio. Ci siamo infatti scontrati con alcune reticenze da parte dei ristoratori, poco propensi ad aprirsi a un mercato ancora parzialmente sconosciuto, quello dell’online. Per cercare di incentivare l’adesione dei nostri partner abbiamo rinunciato alla pretesa di riscuotere una tassa d’iscrizione. La nostra scommessa era quella di riuscire a offrire una scelta tra le diverse tipologie di cucine che fosse la più ampia possibile. Con il tempo i gestori dei ristoranti hanno iniziato a darci fiducia e adesso, a 2 anni dall’apertura dell’azienda, sono addirittura loro che ci cercano, spronandoci a fare sempre di più, perché hanno capito che grazie a noi hanno la possibilità di aumentare il loro bacino di clienti". Quella che i due ragazzi offrono ai ristoratori è a tutti gli effetti un’opportunità vantaggiosa, perché la loro partecipazione è a costo zero: "Noi prendiamo unicamente una percentuale sulle pietanze vendute grazie al nostro portale", precisa Cesare.


Home Sweet Home Delivery in immagini

La struttura – Attualmente a lavorare nell’azienda sono in dieci: tre persone si occupano dell’amministrazione e gli altri sette sono fattorini che coprono i turni di delivery. Il fatto di essere una coppia semplifica la gestione dell’impresa? A questa domanda Giulia e Cesare sorridono: "Mischiare sentimenti e lavoro può essere pericoloso per alcuni, ma non per noi! Stare insieme ci semplifica enormemente le cose, perché possiamo affrontare qualsiasi problema quando ne abbiamo voglia, senza bisogno di fissare appuntamenti".

Un disegno finale molto più ampio – Fin dalla creazione dell’attività i giovani imprenditori sapevano di non volersi limitare al ramo della ristorazione: "La nostra idea in realtà consiste nell’estendere il concetto di consegna a domicilio a tutti i campi; oggi online si può trovare qualsiasi cosa, ma quello che vogliamo riuscire a creare noi è un portale unico da cui poter ordinare ogni genere di servizio". La coppia si immagina che in futuro i clienti, tramite il sito, abbiano la possibilità di comunicare a un centralino un punto commerciale dove trovare un prodotto specifico da loro desiderato e che, a quel momento, un fattorino si rechi al negozio a ritirare la merce per poi recapitargliela. "Vorremmo quindi – specificano i due - entrare nelle farmacie, nei negozi per animali e di sport, nelle erboristerie, … ovunque insomma! È nostra intenzione riuscire anche ad implementare la collaborazione con le aziende. A questo proposito stiamo studiando degli abbonamenti che permettano alle stazioni di polizia, agli ospedali e ad altre istituzioni che servono la città di poter beneficiare dei nostri servizi". A breve i due ragazzi vorrebbero creare una nuova filiale a Zurigo: "A Lugano siamo riusciti a renderci conto degli errori commessi, capendo il giusto modo di impostare il nostro business; spostandoci in una città più grande avremo finalmente i numeri dalla nostra parte e potremo così riuscire a dare una svolta decisiva alla nostra start up".

Il Food-truck, "uno dei nostri esperimenti più riuscito" – Giulia e Cesare, nel mese di giugno, sono venuti a conoscenza di un bando di concorso emesso dalla Città di Lugano per partecipare allo Street Food Festival, una manifestazione tutta dedicata ai venditori ambulanti di cibo take-away. "Siamo riusciti ad essere tra i cinque vincitori e così per tutto il mese di luglio abbiamo fatto assaggiare ai passanti alcuni prodotti pensati e cucinati al momento da noi. Per l’occasione – spiega Giulia - abbiamo allestito un furgoncino in perfetto stile americano e abbiamo proposto quattro tipologie differenti di cucina. È stata un’esperienza molto importante perché ci siamo fatti un po’ di pubblicità e, allo stesso tempo, siamo riusciti a far capire alla gente che dietro al mondo virtuale c’è un mondo fatto di persone che si impegnano ogni giorno nella buona riuscita del servizio. Solitamente è infatti più difficile percepire la qualità di un’attività online, perché non si vedono le persone fisiche che la curano. Ecco che allora far assaggiare direttamente al pubblico la nostra cucina ci ha aiutato a farci conoscere meglio".

Camilla Luzzani

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