Ticino e Grigioni

Negozi, in Ticino vince il 'sì'

Il sindacato UNIA, che aveva lanciato il referendum, è deluso: i "no" solo il 40,8%. La spesa si farà più tardi

  • 28 febbraio 2016, 15:49
  • 7 giugno 2023, 17:56
Il Parlamento federale, a Berna, discuterà lo stesso tema

Il Parlamento federale, a Berna, discuterà lo stesso tema

  • ©Ti-Press

La nuova legge cantonale ticinese sulle aperture dei negozi è stata accettata. Il 59,2% di chi ha votato ha infatti detto "" (la partecipazione è stata del 66,48%). I "no" sono stati il 40,8% con tutti i comuni scrutinati alle 15.30 (Mendrisio è stato l'ultimo ad arrivare). Delusione per il sindacato UNIA che, appoggiato dal Partito socialista, aveva promosso il referendum, raccogliendo 9’594 firme. La tendenza, d'altronde, era chiara già dalle 13 di oggi — domenica —, con una quota netta del sì.

I comuni dove la proposta è stata respinta sono tutti del Sopraceneri e, per la maggior parte, si trovano nelle valli: si tratta di Serravalle, Frasco, Sonogno, Cerentino, Bosco Gurin, Vergeletto, Gresso, Mosogno, Isorno, Centovalli, Avegno Gordevio, Corippo, Orselina, Gordola, Tenero-Contra.

Il 23 marzo 2015 il Gran consiglio aveva adottato un progetto per rinnovare gli orari degli esercizi commerciali, con lo scopo di semplificare le regole allineandosi con la maggioranza degli altri cantoni svizzeri. La votazione di domenica permette dunque di posticipare la chiusura, dal lunedì al venerdì, fino alle 19.00 e, il sabato, fino alle 18.30.

Gli oppositori hanno perso e la legislazione di oggi, che risale agli anni 1968–1970, ha dimostrato di non essere sufficiente per rispondere alle esigenze e alle abitudini dei consumatori. Da notare che le nuove regole entreranno in vigore solo dopo che i lavoratori saranno tutelati da un contratto collettivo di lavoro.

px

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